Attacchi al limite della rissa. L'esponente dell'Api le canta a Folino (assente). Faccia a faccia durissimo tra Pagliuca e l’esponente dell’Mpa sui Consorzi
18/04/2012 POTENZA - La tensione ieri si tagliava a fette a via Verrastro. La seduta di consiglio regionale è stata infatti contraddistinta da un nervosismo in certi momenti davvero eccessivo.
Urla, faccia a faccia quasi ci si trovasse in un bar e non nella massima assemblea legislativa regionale, accuse, richieste di dimissioni e risposte piccate hanno riempito per la tutta la giornata il taccuino del cronista. E in estrema sintesi tre sono stati i casi più accesi. Prima Singetta che ha criticato Folino con Mollica che ha fatto notare che lo stesso Folino avrebbe dovuto dimettersi da presidente.
Poi lo scontro verbale accesissimo tra Pagliuca e Mollica sul rinvio dell’ordine del giorno sui Consorzi di bonifica. E infine le dichiarazioni di Romaniello sulla trasparenza dei concorsi pubblici in cui lo stesso consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà ha parlato del ricorso alla Magistratura.
Il primo momento di tensione c’è stato comunque durante la discussione in merito al progetto di legge presentato dal consigliere regionale dell’Api, Alessandro Singetta che riguarda la modifica del regolamento sulle doppie indennità. In buona sostanza Singetta ha ripreso il punto della discussione da dove si era conclusa la scorsa volta. E cioè dai giudizi che il presidente del consiglio regionale, Vincenzo Folino (ieri assente ai lavori consiliari) aveva espresso sulla proposta di legge di Singetta.
E l’esponente dell’Api deve aver pensato molto a quelle frasi tanto che ieri ha aperto il proprio intervento leggendo le frasi dette due settimane fa da Folino: «Io sono un modesto contadino, se vuole che le dica di più lei, come avvocato, avrebbe dovuto scrivere un testo di legge molto più preciso».
Singetta oltre che consigliere regionale è anche uno stimato avvocato. Ed è evidente che si è sentito “offeso”. Da qui le conclusioni di ieri dello stesso Singetta: «Mi esimo evidentemente da qualunque polemica, che se io dovessi dire come il presidente Folino rappresenta tutti i lucani, non soltanto evidentemente gli avvocati, si potrebbe fare una lunga discussione, comunque ribadisco le inappropriatezze e l'infondatezza delle sue valutazioni». Frasi che non sono passate inosservate al consigliere regionale del Mpa, Franco Mollica che intervenuto subito dopo ha aggiunto: «Sinceramente dopo le parole che ho sentito il presidente Folino, si dovrebbe dimettere. Perché oltre a rappresentare questo Consiglio e così come viene rappresentata l'intera comunità, credo che il presidente Folino, da quelle parole che ho sentito dovrebbe dimettersi, dovrebbe dimettersi». Ripetuto due volte. A quel punto è stato il presidente della giunta De Filippo a chiedere di abbassare i toni.
E così è stato seppur con i nervi a fior di pelle. Per la cronaca poi la proposta di Singetta (solo uno dei due articoli) è stata approvata all’unanimità. Il testo approvato dall’aula prevede che, nel caso in cui un consigliere regionale venga eletto, nel corso del suo mandato, alla Camera o al Senato, la corresponsione dell’indennità sia sospesa automaticamente dal momento della proclamazione degli eletti. Successivamente è stato approvata la proposta dei consiglieri Navazio (Ial), Falotico (Plb) e Mollica (Mpa), inerente le norme per l’accesso e la trasparenza in materia ambientale.
Ma la “pace” in consiglio è durata poco. Perchè alla discussione della proposta di legge di Enrico Mazzeo Cicchetti dell’Idv sulle disposizioni in materia di trasparenza dell’amministrazione regionale nei concorsi pubblici di nuovo i toni si sono alzati. La questione della trasparenza dei concorsi pubblici ovviamente è tema delicato. E anche in questo punto all’ordine del giorno non sono mancati i “siparietti”. Alla fine Mazzeo Cicchetti, ha accettato di rinviare la proposta in commissione consiliare competente ma fissando un limite di tempo in 30 giorni. Critico durante il dibattito è stato Romaniello, oltre che Mario Venezia del Pdl, che ha sottolineato come i cittadini lucani siano sempre più scoraggiati e sfiduciati e ha parlato anche di ricorsi alla Magistratura.
Ma il “bello” doveva ancora venire. Perchè c’è stato poi l’intervento del capogruppo Nicola Pagliuca che in pratica ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno per permettere di discutere dei Consorzi di bonifica «a meno che il presidente della giunta non faccia dichiarazioni in merito». In buona sostanza Pagliuca spiegando che la discussione doveva servire a togliere dubbi sulla volontà della giunta di continuare nel Commissariamento dei Consorzi di bonifica, ha chiesto a De Filippo preventivamente chiarimenti.
Da parte sua De Filippo ha dichiarato: «La cosa che dispiace di più è che siano stati esposti in questi mesi nomi e cognomi ripetutamente, anche sulla stampa che ovviamente fa il suo mestiere. E rendere questa attività della stampa un'attività incisiva e rilevante sulla vista istituzionale è di per sé la presentazione di una debolezza dell'istituzione della politica». E poi ha aggiunto: «Stiamo facendo una ricognizione sulla materia ed io non vorrei fare avanzamenti senza tener presente anche il dibattito in Consiglio, farò in modo che ciò non avviene, ma non assumete nessuna decisione che possa essere limitativa di una responsabile autonoma attività di Governo. Solo questo».
Risposta considerata buona da Pagliuca che ha ritirato l’inversione dell’ordine del giorno facendo di fatto slittare la questione di due settimane. Ma a quel punto c’è stata la furia di Mollica che parlato di “inaccettabili” messaggi. Non c’è stato alle accuse Pagliuca e i due hanno iniziato a urlarsi in faccia con il presidente del consiglio che ha sospeso i lavori tra le grida.
Successivamente è iniziato il dibattito sulla legge regionale in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che si è protratto oltre la chiusura del giornale.
Urla, faccia a faccia quasi ci si trovasse in un bar e non nella massima assemblea legislativa regionale, accuse, richieste di dimissioni e risposte piccate hanno riempito per la tutta la giornata il taccuino del cronista. E in estrema sintesi tre sono stati i casi più accesi. Prima Singetta che ha criticato Folino con Mollica che ha fatto notare che lo stesso Folino avrebbe dovuto dimettersi da presidente.
Poi lo scontro verbale accesissimo tra Pagliuca e Mollica sul rinvio dell’ordine del giorno sui Consorzi di bonifica. E infine le dichiarazioni di Romaniello sulla trasparenza dei concorsi pubblici in cui lo stesso consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà ha parlato del ricorso alla Magistratura.
Il primo momento di tensione c’è stato comunque durante la discussione in merito al progetto di legge presentato dal consigliere regionale dell’Api, Alessandro Singetta che riguarda la modifica del regolamento sulle doppie indennità. In buona sostanza Singetta ha ripreso il punto della discussione da dove si era conclusa la scorsa volta. E cioè dai giudizi che il presidente del consiglio regionale, Vincenzo Folino (ieri assente ai lavori consiliari) aveva espresso sulla proposta di legge di Singetta.
E l’esponente dell’Api deve aver pensato molto a quelle frasi tanto che ieri ha aperto il proprio intervento leggendo le frasi dette due settimane fa da Folino: «Io sono un modesto contadino, se vuole che le dica di più lei, come avvocato, avrebbe dovuto scrivere un testo di legge molto più preciso».
Singetta oltre che consigliere regionale è anche uno stimato avvocato. Ed è evidente che si è sentito “offeso”. Da qui le conclusioni di ieri dello stesso Singetta: «Mi esimo evidentemente da qualunque polemica, che se io dovessi dire come il presidente Folino rappresenta tutti i lucani, non soltanto evidentemente gli avvocati, si potrebbe fare una lunga discussione, comunque ribadisco le inappropriatezze e l'infondatezza delle sue valutazioni». Frasi che non sono passate inosservate al consigliere regionale del Mpa, Franco Mollica che intervenuto subito dopo ha aggiunto: «Sinceramente dopo le parole che ho sentito il presidente Folino, si dovrebbe dimettere. Perché oltre a rappresentare questo Consiglio e così come viene rappresentata l'intera comunità, credo che il presidente Folino, da quelle parole che ho sentito dovrebbe dimettersi, dovrebbe dimettersi». Ripetuto due volte. A quel punto è stato il presidente della giunta De Filippo a chiedere di abbassare i toni.
E così è stato seppur con i nervi a fior di pelle. Per la cronaca poi la proposta di Singetta (solo uno dei due articoli) è stata approvata all’unanimità. Il testo approvato dall’aula prevede che, nel caso in cui un consigliere regionale venga eletto, nel corso del suo mandato, alla Camera o al Senato, la corresponsione dell’indennità sia sospesa automaticamente dal momento della proclamazione degli eletti. Successivamente è stato approvata la proposta dei consiglieri Navazio (Ial), Falotico (Plb) e Mollica (Mpa), inerente le norme per l’accesso e la trasparenza in materia ambientale.
Ma la “pace” in consiglio è durata poco. Perchè alla discussione della proposta di legge di Enrico Mazzeo Cicchetti dell’Idv sulle disposizioni in materia di trasparenza dell’amministrazione regionale nei concorsi pubblici di nuovo i toni si sono alzati. La questione della trasparenza dei concorsi pubblici ovviamente è tema delicato. E anche in questo punto all’ordine del giorno non sono mancati i “siparietti”. Alla fine Mazzeo Cicchetti, ha accettato di rinviare la proposta in commissione consiliare competente ma fissando un limite di tempo in 30 giorni. Critico durante il dibattito è stato Romaniello, oltre che Mario Venezia del Pdl, che ha sottolineato come i cittadini lucani siano sempre più scoraggiati e sfiduciati e ha parlato anche di ricorsi alla Magistratura.
Ma il “bello” doveva ancora venire. Perchè c’è stato poi l’intervento del capogruppo Nicola Pagliuca che in pratica ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno per permettere di discutere dei Consorzi di bonifica «a meno che il presidente della giunta non faccia dichiarazioni in merito». In buona sostanza Pagliuca spiegando che la discussione doveva servire a togliere dubbi sulla volontà della giunta di continuare nel Commissariamento dei Consorzi di bonifica, ha chiesto a De Filippo preventivamente chiarimenti.
Da parte sua De Filippo ha dichiarato: «La cosa che dispiace di più è che siano stati esposti in questi mesi nomi e cognomi ripetutamente, anche sulla stampa che ovviamente fa il suo mestiere. E rendere questa attività della stampa un'attività incisiva e rilevante sulla vista istituzionale è di per sé la presentazione di una debolezza dell'istituzione della politica». E poi ha aggiunto: «Stiamo facendo una ricognizione sulla materia ed io non vorrei fare avanzamenti senza tener presente anche il dibattito in Consiglio, farò in modo che ciò non avviene, ma non assumete nessuna decisione che possa essere limitativa di una responsabile autonoma attività di Governo. Solo questo».
Risposta considerata buona da Pagliuca che ha ritirato l’inversione dell’ordine del giorno facendo di fatto slittare la questione di due settimane. Ma a quel punto c’è stata la furia di Mollica che parlato di “inaccettabili” messaggi. Non c’è stato alle accuse Pagliuca e i due hanno iniziato a urlarsi in faccia con il presidente del consiglio che ha sospeso i lavori tra le grida.
Successivamente è iniziato il dibattito sulla legge regionale in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che si è protratto oltre la chiusura del giornale.
Salvatore Santoro