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lunedì 26 dicembre 2011

Sanità Lucana: obbligo di non assumere a tempo indeterminato fino alla ricollocazione di tutto il personale per i rispettivi profili... INTANTO, PERO', CONTINUANO I BANDI DI CONCORSO


Raggiunto accordo sindacale unitario sistema sanitario regionale

15/12/2011Sottoscritte oggi le linee guida per la dirigenza e il comparto. Martorano: “Il processo di riorganizzazione della rete ospedaliera impone trasformazioni significative senza mettere in discussione i posti di lavoro”
AGRE’ stato raggiunto oggi l’accordo sulla dirigenza dell’area medica e veterinaria e sul personale del comparto sanità interessati alla riorganizzazione della rete ospedaliera. Dal 1 gennaio 2012 l’attività per acuti sarà svolta esclusivamente dall’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, dall’Irccs di Rionero in Vulture e dagli ospedali sede di Dea e di Pronto Soccorso attivo. Negli ospedali distrettuali sarà svolta soltanto l’attività sanitaria territoriale.
Così nella previsione dell’Art. 20 della Legge regionale sull’Assestamento di Bilancio, che ha come conseguenza anche le modifiche degli assetti organizzativi.
Le linee guida, sottoscritte questa mattina dall’assessore alla Salute Attilio Martorano, dal direttore generale Pietro Quinto, dai dirigenti di Asp, Asm, Irccs Crob e Azienda ospedaliera S. Carlo e dai sindacati del comparto sanità e della dirigenza medica e veterinaria, definiscono criteri omogenei per la mobilità del personale.
Su tutti un principio: la totale ricollocazione dei dipendenti a tempo indeterminato all’interno del sistema, senza far ricorso alle procedure previste per la collocazione in disponibilità.
Dopo la ricognizione delle piante organiche, le aziende procederanno alla ricollocazione del personale, coprendo i posti vacanti secondo i criteri stabiliti dalle linee guida. Vale l’obbligo di non assumere a tempo indeterminato fino alla ricollocazione di tutto il personale per i rispettivi profili.
“Una certezza in più per i lavoratori della sanità – ha dichiarato l’assessore Martorano commentando l’accordo – che scaturisce dalla concertazione e dalla condivisione degli obiettivi con le Aziende e le organizzazioni sindacali. La sanità lucana è interessata da un profondo processo di riorganizzazione sia strutturale che organizzativa, sempre più necessario per offrire servizi migliori ai cittadini a costi sostenibili. Si tratta di trasformazioni che non mettono in discussione l’occupazione e consentiranno di ottimizzare i carichi di lavoro nei nostri ospedali. Non posso non riconoscere il particolare spirito di collaborazione offerto da tutte le sigle sindacali, con le quali si è potuto condividere un più ampio processo di riforma che potrà tornare utile anche alla valorizzazione delle tante competenze disponibili nel sistema sanitario”.
http://www.regione.basilicata.it/giunta/site/giunta/detail.jsp?otype=1012&id=578189&dep=100061

venerdì 23 dicembre 2011

Parco Val d'Agri, il posto ai figli dei politici


Parco Val d'Agri, il posto
ai figli dei politici
Cinque concorsi a tempo per i parenti degli amministratori e i simpatizzanti di partito. Uno dei concorsi ripetuto due volte. E quello per il settore turistico sparito nel nulla
Parco Val d'Agri, il posto
 ai figli dei politici 22/12/2011 MARSICO NUOVO - Ricordate la polemica che investì il Parco dell’Appennino Val d’Agri a seguito del commissariamento da parte dell’allora ministro Prestigiacomo, che, scavalcando il presidente della Regione Vito De Filippo, nominò il commissario del Pdl, Domenico Totaro? Furono giorni di guerra, combattuta anche a colpi di ricorso nelle aule del tribunale amministrativo, che alla fine diede ragione al ministro. A ben guardare oggi si capisce ancora meglio cosa significhi avere il proprio uomo al posto giusto. E in effetti, a distanza di anni dalla risoluzione della controversia, più che alla gestione di un Parco nazionale sembra di essere di fronte alla conduzione di un’azienda familiare. Dove a entrare attraverso il portone principale sono per lo più i parenti di politici e amministratori. Insomma, la gestione dei posti di lavoro, anche al Parco dell’Appennino Val d’Agri, sarebbe funzionale al mantenimento di un certo tipo di consenso politico. Ammenoché non si voglia concludere che tutti quei nomi famosi assunti, anche se a tempo determinato dall’ente, non siano altro che una casualità. Ecco cosa è successo tra febbraio e giugno del 2011. L’ente guidato da Totaro mette a bando ben cinque concorsi per varie figure professionali: si cercano specialisti funzionari e collaboratori amministrativi, funzionari tecnici e addetti al sttore turismo . I contratti sono solo a tempo determinato ma prorogabili ulteriormente. Hanno accesso anche coloro che hanno attivato convenzioni con l’ente, per brevi periodi di lavoro. E guarda caso molti dei fortunati vincitori di concorso corrispondono ai nomi di coloro che al Parco erano già conosciuti. Ma, soprattutto, noti sono soprattutto i loro parenti. Nel gruppo infornato a giugno troviamo a esempio, la figlia del vicesindaco di Marsico Nuovo, Pasquale Casaletto; Donata Coppola è la moglie del segretario del Pdl di Tramutola, Donata Coppola, e figlio dell’ex senatore Alfredo Pierri. Simona Aulicino è invece vicina al Pdl. Teresa Orlando è la figlia dell’ex sindaco di Moliterno, Nicola Orlando, pure consigliere provinciale. E a riprova del fatto che quando si parla di posti di lavoro da spartire Pd e Pdl sanno bene come intendersi, tra i fortunati assunti troviamo anche il figlio dell’ex assessore alla Viabilità della Provincia di Potenza e attuale consigliere regionale, Pasquale Robortella, fedelissimo di De Filippo. Tutto quello che è successo in questi mesi a Marsico probabilmente è solo una coincidenza. Anche perché per tutti gli esami erano previste le prove sia scritte che orali. Eppure ci sono delle anomalie che hanno accompagnato gli iter concorsuali. A cominciare dalle selezioni del concorso per organi collegiali. Le prove sono state sostenute la prima volta, poi si è deciso di rifare il concorso. Forse perché, viene da pensare maliziosamente oggi, l’esito non è stato quello sperato. A vincere la riedizione del concorso proprio Simona Aulicino, vicina agli esponenti del Pdl. Un vero e proprio mistero aleggia, invece, intorno al concorso per addetti al turismo. Le prove sono state svolte regolarmente. Poi non se n’è saputo più niente, il bando è scomparso anche dal sito. Mistero fitto. Quel che è certo è invece che, se queste semplici coincidenze fossero confermate, ne uscirebbe il quadro un ente pubblico gestito come se fosse una cosa privata.

Mariateresa Labanca
http://www.ilquotidianoweb.it/it/basilicata/potenza_parco_va_dagri_posto_figli_politici_2011.html

domenica 18 dicembre 2011

ROTONDELLA. PER GLI AMBIENTALISTI LUCANI AUTENTICA BOMBA

Per gli ambientalisti lucani, Rotondella è una vera e propria bomba ecologica Rotondella – Le 4 associazioni ambientaliste Ehpa, Indignati Lucani, Mtab e Ribelli web hanno protestato domenica 18 Dicembre contro le attività del Centro Itrec Trisaia di Rotondella. Il sit in ha mosso le proprie obiezioni, in particolare, all’ultimo piano prospettato dalla Sogin (la società che gestisce l’impianto), e cioè: l’intenzione, di quest’ultima, di smaltire i suoi rifiuti (operazione definita tecnicamente decommissioning) in un deposito temporaneo all’interno del Centro stesso, in attesa di trasferirli, poi, definitivamente, in un deposito unico nazionale. “Questa politica non ci rassicura- hanno detto le associazioni -  perchè ci ha abituati a veder trasformato in ‘definitivo’ ciò che prima era ‘temporaneo’”. Il dibattito, poi, si è allargato andando a toccare tutta una serie di temi caldi inerenti l’impianto. Queste,  in sintesi, le richieste emerse: “no al deposito provvisorio o definitivo di altre scorie nucleari all’Itrec;  restituzione delle barre di Elk River con i residui dei riprocessamenti ai legittmi proprietari americani; trasparenza sul decommissioning o lo smantellamento delle linee di solidificazione liquidi ad alta attività, a fine lavori; chiusura dei pozzi di gas sotto l’Itrec; una normativa regionale per la riduzione degli inquinanti radioattivi; controlli all’interno dell’Itrec e divulgazione dei piani di emergenza esterna alle popolazioni; riconversione dei terreni Enea in attività produttive; dimissioni dell’Assessore Mancusi e dei dirigenti del dipartimento ambiente”. Nel video che segue, particolari in più, rispetto ai contenuti della manifestazione, sono stati forniti dalle parole (in ordine di apparizione) dell’attore Ulderico Pesce, del socio fondatore di Ehpa, Giuseppe Di Bello e del direttore responsabile di Basilicata News, Raimondo Andreolo. (Nella clip, il secondo ed il terzo nome risulteranno inveriti ma è questa la giusta sequenza). Francesco Giusto 

© 2006-2011 Trm Radiotelevisione del Mezzogiorno.

Articolo completo: http://www.trmtv.it/home/primo-piano/2011_12_18/29630.html

lunedì 12 dicembre 2011

"ASP... ...BANDI NEBULOSI"..


(Comunicato stampa di G. Rosa)
Strano mondo quello della ASP di Potenza, dove si susseguono i bandi di concorso per neolaureati con nebulosi criteri di valutazione e si susseguono bandi per la mobilità di dirigenti. Certo, che la sanità e le politiche della salute debbano essere potenziate nessuno è contrario. Nessuno potrebbe essere contrario a che anche l’Asp potenzi i suoi organici affinché si possa dare il massimo di servizi, professionalità e cure ai cittadini. Ma tutto questo deve essere coniugato con la trasparenza, la meritocrazia e l’efficienza: senza questo ogni euro in più sarebbe solamente sprecato e mal gestito.
Ho interpellato molte volte la Giunta Regionale su questioni riguardanti l’Azienda Sanitaria di Potenza, spesso non ho ricevuto alcuna risposta, continuando così con l’ostruzionismo nei confronti del diritto-dovere della minoranza di controllare. Alcune volte le risposte arrivano ma il loro tenore delle stesse fa pensare che l’ASP sia un pianeta a parte dal resto delle istituzioni ed enti regionali o agisca nell’ambito di un sistema clientelare ben preciso. Quasi che il direttore generale e la sua dirigenza sia autarchica della gestione, da non dover neanche avere il dovere di chiarire scelte e impiego di danaro pubblico proveniente dalla Regione Basilicata. Porto solo alcuni esempi.
In data 28 giugno 2011 chiedevo spiegazioni su un Bando pubblico per 2 borse di studio per laureati in economia presso l’Asp e i motivi della totale assenza nell’avviso della specificazione dei metodi e del metro di giudizio per l’assegnazione delle stesse da parte della commissione nominata dal Direttore Generale.
La risposta all’interrogazione è esplica, l’ASP ha logiche e interpretazioni legislative particolari, nelle quali non è contemplato il buonsenso. Ovvero, secondo l’Asp il bando è in linea rispetto a quanto fatto nel passato, anche dalla disciolta ASL n. 2. In aggiunta – arrivando così alla mancanza di buon senso- siccome le borse di studio hanno una “particolare finalità” non vi è obbligo di definire in maniera specifica nel bando i criteri di selezione, anche perché non c’è una normativa di riferimento come per le assunzioni. Per poi riscontrare dalla documentazione che la Commissione ha stabilito i criteri di selezione solo dopo aver esaminato le domanda pervenute con la redazione delle graduatoria degli ammessi. Insomma, un giovane laureato che partecipa ad un bando ASP non ha il diritto di sapere prima quale siano i criteri selettivi, mentre la Commissione stabilisce i criteri dopo aver letto i nominativi dei partecipanti. Tutto ciò non regge, nessuna trasparenza, buonsenso e diritto alla certezza della valutazione. Poi in data 2 agosto 2011 si reitera con un Bando per tre borsisti con le medesime caratteristiche e la stessa assenza di trasparenza per la selezione. Anche per tale bando un’interrogazione, ad oggi non ho ricevuto risposta ma sono convinto che sarà simile e fotocopiata alla precedente.
Di contro, devo registrare l’atteggiamento di De Filippo & C. che si limitano a comunicare quanto accaduto senza intraprendere alcuna azione correttiva.
Ma ci fosse un filo conduttore che lega quanto fatto dall’Asp ad un’idea precisa che porta avanti il Governatore da anni?
Giovani lucani, perdete ogni speranza.

Potenza12/12/2011
Gianni Rosa


Nota della redazione:
Bando "dirigente ingegnere ruolo professionale"... tra i requisiti minimi: esperienza lavorativa di almeno 5 anni e iscrizione Ordine...
Bando "collaboratore amministrativo professionale (cat. D)", sempre per laureati... nessuna esperienza richiesta ..
----DUE PESI....         TRE MISURE?....

venerdì 9 dicembre 2011

Tra Regione Basilicata e Sanità centinaia gli alti dirigenti con non meno di 5mila euro mensili.


Dopo la politica si tagli la burocrazia

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I conti in tasca ai troppi vertici e aree create da una politica che finora ha “utilizzato” il pubblico impiego
di Mimmo Parrella
POTENZA- La politica con il cappello in mano. In queste settimane rappresenta una ruota di scorta ossequiosa di banchieri e tecnocrati del governo Monti. Ma più in generale, una classe politica senza spina dorsale, attaccata alle poltrone e ai vitalizi (oltre a qualche altro modesto benefit), viaggia in terza classe, lasciando le poltrone comode della prima classe ai cosiddetti tecnici e burocrati. Se i parlamentari sono ridotti a zerbini dei “salvatori della patria” -ovviamente per loro colpa, per non essere riusciti a mettere mano a nessuna riforma seria e produttiva per il Paese- ecco che i consiglieri regionali, provinciali e sindaci, non possono fare altro che scodinzolare davanti le stanze del vero potere. Nessun mistero che gli alti burocrati regionali, compresi quelli della sanità, rappresentano il vero potere. Più che gli “onnipotenti” politici, chi detiene le chiavi giuste, sono i dirigenti. Le loro stanze, ormai, sono le più gettonate. I provvedimenti appariscenti, che fanno rumore, sono appannaggio di assessori, consiglieri e sindaci, mentre la polpa è tutta nelle mani dei funzionari, piccoli o grandi che siano. Una pratica lenta, rapida o polverosa è merito e responsabilità dei burocrati. I politici devono limitarsi -magari con il cappello in mano- a chiedere di fare presto o provare ad ostacolare. Non mancano politici che, proprio per il loro potere di condizionare e nominare gli stessi burocrati- hanno qualche freccia in più al proprio arco, ma nella stragrande maggioranza dei casi, le “vere” decisioni sono appannaggio degli alti funzionari. Meriti e colpe, come ha detto l’altro giorno il consigliere Franco Mollica, nel ricordare che se la Regione rischia di perdere fondi per un utilizzo sbagliato, oppure per contenziosi particolari, spesso le responsabilità sono solo burocratiche. Ma tant’è. Così, mentre i politici per allontanare gli strali della cosiddetta società civile, si diminuiscono le indennità e aboliscono i vitalizi, per i dirigenti (solo a livello regionale ve ne sono alcune centinaia) i tempi di vacche grasse sono tutt’altro che terminati. Pensate solo che oltre agli stipendi -per seguire l’iter burocratico- c’è chi percepisce l’1,5% degli importi di singoli lavori appaltati dagli enti pubblici. Immaginate bandi di qualche milione di euro e si comprende come le cifre sono tutt’altro che misere. Se poi leggiamo la lista pubblicata in altra pagina sugli stipendi di parte dei dirigenti regionali si comprende come quasi tutti percepiscono uno stipendio base paragonabile a quello dei consiglieri regionali. Tanti non molto lontani dagli stessi presidenti e assessori. Nulla di personale, ma percepire anche cinquemila euro al mese netti di questi tempi non è poco. Si intravede il distacco tra società normale, quella che lavora e stenta a raggiungere fine mese, e chi dagli uffici regionali o provinciali -tutto spesato, compresi di buoni pasto e altro- a fine mese vanta uno stipendio da “quasi nababbo”, merita un approfondimento. Non è un caso che da più parti -studi vari a livello nazionale- si evidenzia come vi siano troppi dirigenti, vice dirigenti, sotto dirigenti, vice vice responsabili. Una pletora di titoli che alla fine gonfiano i portafogli. E’ giunto il momento, quindi, che la politica -per troppo tempo irresponsabile e inciuciata- faccia uno scatto di reni e rimetta nei giusti termini anche stipendi e funzioni della classe burocratica. Si mettano mano agli stipendi, ma anche alle indennità dei vertici di tanti enti sub regionali. La lista pubblicata in altra pagina è emblematica. Metapontum Agrobios -con i suoi cinque dirigenti- è sostanzialmente fallita, mentre i dipendenti sono alla ricerca di un futuro, magari in altri enti regionali, il Cda in questi anni ha percepito un discreto stipendio. Sviluppo Basilicata? L’amministratore unico percepisce oltre 150mila euro all’anno. Ieri abbiamo appreso di riunioni al Comitato istituzionale per le politiche del lavoro. Qualcuno ne conosce l’utilità? Da parte nostra, oltre ad essere ignoranti, non temiamo di passare per invidiosi. Il problema non è questo. Se si vuole salvare il Paese e la Basilicata, sarebbe il caso di elininare i privilegi, quelli veri, annidati in un sistema pubblico parassitario che ogni giorno dovrebbe dar conto di una produttività che, a tutt’oggi, si scorge con molta difficoltà.

mercoledì 7 dicembre 2011

BASILICATA ...I raccomandati di Acquedotto


I raccomandati di Acquedotto 
Sfilata di persone informate sui fatti in Procura
I raccomandati di Acquedotto07/12/2011 POTENZA - Questa volta nel mirino ci sarebbero i vertici di Acquedotto lucano spa, la multiutility al cento per cento di proprietà della Regione Basilicata, nata sull’onda delle grandi privatizzazioni, ma rimasta da sempre nell’orbita dei palazzi del potere di via Anzio. Sono una quarantina le persone informate sui fatti convocate negli scorsi giorni dagli uffici della Procura della Repubblica di Potenza. Gli inquirenti vorrebbero vederci chiaro su assunzioni, stabilizzazioni e avanzamenti di carriera, e già si annuncia una nuova maxi-inchiesta sulla pubblica amministrazione. Il punto è proprio in queste due parole: pubblica amministrazione. Benchè la forma esterna di una società per azioni tenda a sviare l’attenzione. Dei criteri adoperati per assunzioni, stabilizzazioni eccetera, come per l’affidamento di lavori, gestioni piccole e grandi, si discute da tempo. Al Quotidiano non era sfuggita una sentenza del Tar che ad aprile ha affermato un principio dirompente per il destino di tutti gli atti compiuti negli scorsi tre anni. Un aspirante al posto di geologo bandito da Acquedotto lamentava di essere stato superato da un candidato che non aveva nemmeno presentato domanda, mentre un altro gli sarebbe stato preferito soltanto per anzianità di iscrizione all’albo, a prescindere dal lavoro effettivamente svolto. I giudici amministrativi gli avrebbero dato ragione stigmatizzando il comportamento della società, non solo al cento per cento pubblica quanto al capitale, ma anche al cento per cento impegnata nella gestione di pubblici servizi. Quando “pubblico” si ripete troppe volte, per farla breve, non si può far finta di nulla e cercare di aggirare le regole di «trasparenza, imparzialità, e - ovviamente - pubblicità» che in casi come questo porterebbero a scelte completamente diverse. Se le cose fossero state fatte a dovere l’aspirante che ha proposto il ricorso sarebbe stato assunto perchè era il migliore, invece è stato superato da altre due persone. Se poi si guarda ai nomi dei tanti che si sono insediati negli uffici di via Grippo, con ruoli tecnici e amministrativi, si fa presto a scoprire una trama di relazioni che arriva dritta ai vertici politici della Regione. Così il sospetto di un sistema di raccomandazioni prende consistenza. Anche gli inquirenti vogliono vederci chiaro. C’è addirittura una data indicativa di partenza: il 6 agosto del 2008, quando è entrato in vigore l’allegato alla finanziaria dell’anno successivo che ha recepito una sentenza della Corte costituzionale di due anni prima. A Roma si erano accorti che qualcosa era andato storto con le privatizzazioni dei servizi pubblici. Così nel caso che le società incaricate fossero al cento per cento pubbliche a loro volta, hanno stabilito che dovessero applicare gli stessi criteri di una pubblica amministrazione.


martedì 29 novembre 2011

NUCLEARE, A ROTONDELLA SI CONTAMINO' L'ITREC



Nucleare, «L’Itrec
di Rotondella si contaminò»
di FILIPPO MELE
SCANZANO JONICO - «Il problema dello smaltimento delle 

scorie nucleari ad alta attività durerà almeno un secolo.
 Nessun Paese ha la soluzione per il loro deposito in 
sicurezza. E l’Itrec di Rotondella fu chiuso perché si 
contaminò». Lo ha detto nella sala consiliare del Comune,
 già individuato nel novembre 2003 dal Governo Berlusconi
 terzo come cimitero atomico d’Italia, l’ing. Roberto Mezzanotte,
 in pensione da 2 anni, ma prima capo del Dipartimento sul 
rischio nucleare dell’Ispra (Istituto superiore protezione e 
ricerca ambientale). Mezzanotte è stato relatore al convegno 
organizzato dall’associazione ScanZiamo le scorie su: “Nucleare.
 Gli italiani l'hanno respinto per la seconda volta, ma noi ce l'abbiamo ancora. Quale tecnologia e
 quale politica per le scorie nucleari?”. Scorie che sono nel cuore dell’arco jonico lucano, a
 Rotondella. «Il problema – ha detto l’ex dirigente Ispra – è che manca il deposito finale. All’Itrec 
c’è la specificità delle barre di Elk River che potevano essere riprocessate solo alla Trisaia. In
 nessun impianto al mondo ciò è possibile. Ma l’Itrec sappiamo come andò a finire».

Qui il relatore ha parlato di qualcosa che per molti è stata una novità: «L’impianto non fu chiuso dal referendum, ma prima, poichè non superò il collaudo e si contaminò. Ora occorrerà stoccare le 

barre in due cask per conservarle a secco mentre i rifiuti liquidi vanno cementati. Ma Rotondella 
è sotto controllo anche se la situazione non è ottimale, poichè le scorie vanno messe in sicurezza».
 E tornano i discorsi sui depositi di superficie e geologico che qui fanno venire i brividi. Mezzanotte:
 «I rifiuti a bassa e media attività debbono andare in un deposito di superficie. I rifiuti ad alta attività 
in uno sotterraneo. Ma al mondo ci sono pochi progetti in merito. La proposta è quella di un 
deposito temporaneo di superficie dove custodire, per almeno un secolo, le piccole quantità della
terza categoria in sistemi tipo cask nell’attesa che la scienza dia la soluzione definitiva».

Nel dibattito, moderato dal giornalista Pasquale Doria, sono intervenuti anche Pasquale Stigliani 

e Donato Nardiello del movimento Scanziamo le scorie. Il primo ha chiesto alla Regione di 
adoperarsi per la nascita del Centro regionale di informazione e documentazione antinucleare e dell’Osservatorio scientifico antinucleare. Il secondo ha assicurato che il popolo della Basilicata
sarebbe pronto a mobilitarsi in caso di scelte per depositi di scorie che riguardassero Trisaia o
Terzo Cavone.


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=474005&IDCategoria=12

mercoledì 23 novembre 2011

ACQUA IMBOTTIGLIATA AVVELENATA ANCHE IN BASILICATA!


MERCOLEDÌ 23 NOVEMBRE 2011


BASILICATA: Acqua imbottigliata lucana e avvelenata - Giovani fin da giovani??? C'è il rischio che non si invecchia...

Dopo anni di voci sullo smaltimento illecito di rifiuti in Lucania, le analisi di sorgenti e dighe che riforniscono gli acquedotti confermano la presenza di boro, bario, berillio e nitrati. Ma la Regione tace.
L’ultima indiscrezione sui possibili traffici di rifiuti pericolosi, porta aiLaghi di Monticchio. Si tratta delle bocche crateriche di un antico vulcano sul monte Vulture, in provincia di Potenza. Due laghi parte di una riserva naturale regionale. C’è chi giura di aver visto camion scaricare fusti.
Una prima parziale conferma arriva dalle analisi delle locali sorgenti,condotte a Berlino dal Servizio geologico tedesco, per conto del Dipartimento di scienze della terra dell’università Federico II° di Napoli, diretto dal professore Benedetto De Vivo.
La sua squadra, nell’ambito di un progetto europeo teso alla caratterizzazione geochimica delle acque minerali imbottigliate e degli acquedotti dei Paesi membri, ha analizzato 158 differenti marche italiane sulle 415 ufficialmente accreditate dall’Unione europea. I risultati sono stati pubblicati a marzo su Science. Ci sono anche quelle del Vulture, come Gaudianello, Toka, Felicia, Lilia e Sveva.
Dalle analisi è risultata una elevata quantità di boro, un «elemento pericoloso», la cui esposizione provoca gravi danni all’apparato riproduttivo maschile ma anche infezioni a stomaco, fegato, reni e cervello. In quelle acque è stata trovata la concentrazione di boro più alta d’Italia: 1.170 microgrammi per litro, quantità superiore sia al valore guida stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità (500 µg/l) che delle legislazioni italiana ed europea per l’acqua minerale imbottigliata (5.000 µg/l). Alte concentrazioni di boro sui suoli e nelle falde si possono trovare solo in due casi: un traffico aereo sostenuto o delle discariche (tramite il percolato prodotto dai rifiuti). Ma in quelle acque c’erano anchesolfati e berillio, un elemento di classe A cancerogeno per l’uomo, che sul Vulture sfiora i 4 microgrammi per litro, limite stabilito dalla legge italiana per le falde acquifere oltre il quale è obbligatorio «un intervento di bonifica delle acque, anche se non destinate al consumo umano».
L’equipe di De Vivo sottolinea però che paradossalmente «sia in Italia che in Europa non è stato stabilito alcun limite di concentrazione per il berillio nelle acque destinate al consumo umano, tanto meno per le minerali». Prima dell’estate erascoppiato anche il caso delle dighe lucane della Camastra, del Pertusillo e di Montecotugno, la più grande in terra battuta d’Europa. Si tratta di invasi per uso potabile. L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata (Arpab) aveva scoperto alte concentrazioni di bario e boro.Giuseppe Di Bello è l’ufficiale della polizia provinciale di Potenza che ha reso pubblici questi dati, oggi sospeso e indagato per rivelazione del segreto di ufficio.
«Un dirigente della direzione ambiente della Regione mi chiese di fare dei controlli perché i dati dell’Arpab su quelle dighe erano allarmanti», ricorda Di Bello. «Così decisi di fare delle contro analisi dalle quali risultò un inquinamento addirittura maggiore rispetto ai primi rilievi». Da allora le associazioni ambientaliste, i cittadini e i Radicali lucani, chiedono l’apertura di un’inchiesta per stabilire le ragioni che hanno determinato l’inquinamento dell’acqua lucana. Ma soprattutto un’adeguata depurazione, visto che quegli invasi continuano a rifornire i rubinetti delle loro case. (Alessandro De Pascale, Terra)

ARPAB & GIUNTA - CORVI CON CORVI NON SI CAVANO GLI OCCHI


17 novembre 2011
L'ex direttore dell'Arpab Vincenzo Sigillito, dalla metà di ottobre agli arresti insieme al dirigente Bruno Bove perché accusato di disastro ambientale e omissione d’atti d’ufficio, è già stato "sistemato" dai suoi sodali i quali, evidentemente, temono di più il disastro di un possibile  effetto domino  nell'ambiente politico. L'etica della politica nostrana, la volontà  di "alzare l' asticella", l'attenzione ai diritti dei cittadini è tutta riassunta nella delibera 1623 che qui di seguito riportiamo. L' 8 novembre scorso Vito De Filippo, Agatino Mancusi, Rosa Gentile, Attilio Martorano, Rosa Mastrosimone, Emilio Restaino,  tutti insieme appassionatamente, affidavano al dott. Vincenzo Sigillito ( a questo stesso dott. Vincenzo Sigillito!!!) la direzione della struttura "Ufficio monitoraggio, sistemi informativi, banche dati, supporto alla programmazione" del Dipartimento Agricoltura Sviluppo Rurale Economia Montana della Regione Basilicata. Non male per uno che ha nascosto i dati dell'inquinamento per circa dieci anni! E adesso, per far finta di cambiare qualcosa, il Presidente De Filippo, come fosse cosa normale, aspetta che sua eccellenza Erminio Restaino, "protagonista negativo di una brutta vicenda di clientelismo, sulla quale la magistratura farà chiarezza ", designi il successore al suo feudo.
tratto da:http://noicittadinilucani.ilcannocchiale.it/2011/11/17/indignatevi_lucani.html

martedì 22 novembre 2011

Crisi e costi della politica, la Lombardia è d’esempio. Alla Basilicata basterebbero 200 dipendenti



pubblicata da Ottavio Frammartino il giorno martedì 22 novembre 2011 alle ore 0.19
POTENZA - Non più tardi di due giorni fa i presidenti delle Regioni Veneto e Basilicata, Luca Zaia e Vito De Filippo, si erano “scontrati” sul sempreverde luogo comune del Nord virtuoso contrapposto al Sud sprecone. Un tema riproposto dal “Corriere della Sera” attraverso l’analisi dei tagli che, prendendo come esempio la Lombardia, dovrebbero interessare le altre 14 regioni a statuto ordinario del nostro paese. E i dati, purtroppo, confermano per l’ennesima volta che se davvero il premier incaricato, Mario Monti, intenderà dare un taglio ai costi della politica, dovrà armarsi di forbici molto affilate. Le regioni a statuto ordinario hanno in totale 40.384 dipendenti, per una media di 79 ogni centomila abitanti. La Lombardia si ferma a meno di 34, mentre il Molise, con i suoi 934 dipendenti e 320 mila abitanti arriva a sfiorare i 300 dipendenti ogni 100 mila abitanti. E la Basilicata? Come le altre regioni del sud fa registrare un organico decisamente più alto rispetto al “modello lombardo”: 1052 dipendenti, ovvero 175 per ogni 100 mila abitanti. Per raggiungere l’efficienza dell’ente guidato da Roberto Formigoni, il personale della Regione Basilicata dovrebbe ridursi addirittura di cinque volte e passare a sole 200 unità. Per far funzionare le 15 regioni a statuto ordinario con il parametro lombardo basterebbero 17.369 dipendenti, quasi trecento in meno rispetto a quelli attualmente in carico tra Campania, Puglia, Calabria e Basilicata. Il risparmio quantificato sarebbe addirittura di 785 milioni di euro, una cifra che, ad esempio, avrebbe permesso allo Stato di compensare con ampio margine gli interventi d’emergenza per i disastri ambientali o di coprire in soli 9 anni il costo del piano straordinario di infrastrutture per il Sud, proprio quello che, nelle intenzioni, dovrebbe finalmente favorire la discesa dello “spread”, tanto per usare un termine di strettissima attualità, con le regioni settentrionali. Altro capitolo è quello riguardante il numero dei dirigenti: anche qui, incrociando i dati della Corte dei Conti, un paio di “sforbiciate” sarebbero quantomeno auspicabili. A cominciare, ancora una volta, dal Molise che, per adeguarsi alla Lombardia dovrebbe averne 8 al posto degli attuali 87. Anche in questa seconda graduatoria la Basilicata, purtroppo, fa la sua “bella figura”: nella nostra regione i dirigenti dovrebbero diminuire dell’ 80 %, passando dagli attuali 71 a 15. Ma in questo caso la sfida Zaia – De Filippo termina in parità: anche il Veneto, infatti, per reggere il confronto con l’isola felice lombarda dovrebbe rinunciare a ben 93 dirigenti. Aldilà dei colori politici di ciascuna regione, gli sprechi si registrano infatti tanto nelle storiche regioni “rosse” quanto in quelle governate dal centro - destra, è evidente come una maggiore uniformità nella distribuzione degli organici dei consigli e delle giunte regionali potrebbe rappresentare un primo ma decisivo passo verso la costruzione di un paese più sostenibile. Prima di guardare alle regioni, però, sarebbe opportuno partire dalla riduzione dei parlamentari e dei loro privilegi, come i vitalizi. A quel punto si potrà cominciare finalmente a parlare in modo concreto

Tratto dalla nuova del Sud


domenica 20 novembre 2011

SCORIE:Chi ci tutela se nemmeno noi ci tuteliamo?


Il Centro Itrec di Rotondella si allarga per mettere per mettere in sicurezza le scorie già presenti, non per altro. Dicono loro. E siccome non abbiamo di che dubitare, la nostra Regione non importa rifiuti di ogni genere, nè mai hanno tentato di rifilarci scorie nucleari provenienti da ogni dove, noi dovremmo crederli senza dubitare.
Intanto sono in arrivo circa 2,3 milioni di euro di  Compensazione Ambientale per i centri esposti a rischio di radiazioni...........(continua su:http://www.karakteria.org/contenuti/11/11/20/chi-ci-tutela-se-nemmeno-noi-ci-tuteliamo)

venerdì 11 novembre 2011

SCORIE RADIOATTIVE IN AUMENTO A ROTONDELLA


Nucleare: La Sogin costruirà un deposito temporaneo di scorie a Rotondella

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Rotondella - La Sogin realizzerà nell'impianto Itrec di Rotondella un deposito temporaneo che "ospiterà solo i rifiuti radioattivi derivanti dalle attività di decommissioning dell'impianto" e che, al termine del trasferimento delle scorie nel deposito unico nazionale, "sarà smaltellato". La notizia è stata diffusa qualche minuto fa dall'Ansa.
Ad annunciarlo oggi a Rotondella è stato l'amministratore delegato della Sogin, Giuseppe Nucci, che ha presentato ai rappresentanti degli enti locali, imprenditori, sindacalisti e giornalisti il piano industriale 2011-2015 della società, che investira' 4,8 miliardi di euro "per terminare le attività di smantellamento dei siti nucleari italiani e arrivare al 'prato verde', comprensivi dei costi di trasferimento dei rifiuti al futuro deposito nazionale".
Il deposito temporaneo che sarà costruito a Rotondella - è stato precisato - "garantirà la massima sicurezza nello stoccaggio temporaneo esclusivamente dei rifiuti radioattivi derivanti dalle attivita' di cementazione dei rifiuti radioattivi liquidi gia' presenti nel sito". Nella struttura troveranno posto anche due contenitori che conserveranno le barre di uranio irraggiato trasferite anni fa in Basilicata dalla centrale atomica statunitense di Elk River e ora custodite in una piscina. Anche tali due contenitori saranno poi trasferiti nel deposito nazionale.

La Sogin completerà la bonifica ambientale dell'impianto ex Itrec di Rotondella nel 2026. Ricordiamo che dagli anni Sessanta sono custodite 64 barre di uranio irragiato provenienti dagli Stati Uniti.

giovedì 10 novembre 2011

SCORIE NUCLEARI - Tanti sapevano del sito nazionale a Scanzano Jonico


Scorie nucleari: sapevano tutto?

Tanti sapevano del sito nazionale a Scanzano Jonico

ambiente-scorie nucleari
Sapevano (e sanno) quando Nino Carelli, politico di lungo corso, che da presidente della Provincia di Matera si accordava per far "passare" il deposito unico delle scorie radioattive a Scanzano Jonico......Il Presidente della Regione (Filippo Bubbico, ndr), disse  <<io se il Governo fa una scelta, la contrasterò, ma non cavalcherò la protesta>>, ma chiederà misure di accompagnamento, cioè ovviamente vantaggi di tipo economico........Quando l'On. Carlo Giovanardi s'indignò perché i due politici nostrani non se ne stavano buoni e composti come concordato, sorpresi e sbatacchiati dall'imprevista reazione popolare, ecco che Bubbico e Carelli partirono con le querele contro il malcapitato ministro Giovanardi....Il Tribunale dei Ministri (sez. di Catanzaro) ha archiviato ai primi di gennaio 2008 le querele contro Giovanardi (a pag. 5 è pubblicata la sentenza integrale)..... Nel procedimento n. 91/2007 Mod. 21 a carico di Giovanardi Carlo Amedeo il Tribunale, dispone l'archiviazione dei procedimenti. Nel merito il Collegio ritiene che non sussistano le condizioni per sostenere lo fondatezza della notizia di reato in giudizio..... (I particolari sono illustrati nel prossimo numero de "L'indipendente lucano"  in edicola il 12 novembre 2011)

In allegato  "inserto speciale"  il verbale del Consiglio dei Ministri del 13/11/2003 che dimostra l'accordo per collocare il deposito delle scorie nucleari a Scanzano Jonico.

mercoledì 19 ottobre 2011

L'Unione Europea Boccia la Regione Basilicata


L'Unione Europea Boccia la Regione Basilicata, L'arbea ma a farne le spese sono l'agricoltura e gli agricoltori lucani

pubblicata da Gianni Rosa il giorno martedì 18 ottobre 2011 alle ore 10.06
“L’Arbea non sa da toccare” è il coro quasi unanime del Consiglio Regionale di Basilicata, organo sovrano della nostra Regione specie quando si tratta di proteggere piccoli e grandi interessi di cui l’oligarchia nostrana è portatrice. Ma il mondo va ben oltre i confini della regione, comprende anche Bruxelles ove essendo “tanto cattivi” l’Arbea l’hanno toccata con una punizione esemplare da 86 milioni di euro causa le inadempienze della stessa per gli esercizi finanziari 2007, 2008, 2009.
Quando denunciammo l’accaduto acquisimmo le rassicurazioni dell’Assessore Mazzocco in quanto la prevista procedura conciliativa da espletare avrebbe senz’altro modificato la situazione. Intanto, sindacati di categoria rimanevano nel più assoluto silenzio.
Oggi acquisiamo informalmente la notizia (l’Assessore Mazzocco in tutti questi mesi ha ritenuto opportuno tacere) che il 27/05/2011 la Commissione Europea Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale tramite il suo Organo di Conciliazione ha deciso che per il caso 11/IT/471 Accreditamento Arbea non sia possibile addivenire ad alcuna transazione, ovvero la multa resta nella sua interezza e va pagata. Unica speranza un ricorso alla Corte Europea nell’attesa che abbia pietà verso l’Agenzia Regionale e verso chi l’ha maldestramente guidata sin dalla fondazione ai nostri giorni nel segno della “Filiera e della Clientela”. Intanto per ora tocca all’Italia pagare, che si rifarà sui trasferimenti in favore della nostra regione e quindi chi subirà realmente le conseguenze saranno gli operatori, le aziende ed il mondo dell’agricoltura.
E’ ovvio che anche questa circostanza conferma che la nostra proposta di legge di soppressione di questo ente ormai inutile se non alla casta lucana, bocciata trasversalmente in Consiglio Regionale, era corretta ed avevamo visto giusto nel ritenere superfluo anzi dannoso il suo operato e la sua stessa esistenza.
Ma ai nostri Illuminati censori piace tenere i doppioni, apprezzano le inefficienze e preferiscono buttare milioni di euro per far galleggiare un rottame pubblico che ha fatto male, fa male e continuerà a fare male all’agricoltura lucana. Eppure soldi, tanti soldi sono stati buttati sul disastro ARBEA, cui si aggiungono il 1.700.000 euro con i quali si sono state assunte altre 28 unità che servono (secondo i governanti) a dar forza, o le consulenze del Formez che invia altra gente per fornire un supporto tecnico.
E’ evidente che Arbea viene difesa a spada tratta con le parole del politichese, mentre è praticamente utilizzata per altri scopi dai politicanti, anche nella gestione del personale.
Mentre a Bruxelles si preparava la condanna, a Potenza si trasferivano tre dirigenti da Arbea per spostarli alla Presidenza della Giunta. Quale è la logica? Mentre la U.E valutava inadeguato il lavoro di Arbea, in Basilicata si procedeva a premiare anche economicamente in funzionari con le POC. Mentre qualche anno fa la commissione d’inchiesta interna della Regione valutava negativamente anche la composizione dell’organigramma di Arbea, ancora oggi registriamo che vi sono pochi dipendenti tecnici e professionali a discapito di una pletora di amministrativi.
Verrebbe la domanda: ma sui campi chi ci va? Per ora sappiamo soltanto che la Commissione Europea tramite il suo Organo di Conciliazione ha deciso che per il caso 11/IT/471 Arbea non sia possibile alcuna conciliazione (punto C. "VIEWS OF THE CONCILIATION BODY" 6.1 "the Conciliation Body does not see a possibility for reconciliation in this case". Tramite l’ennesima interrogazione abbiamo chiesto al Presidente De Filippo quale sia attualmente lo stato del contenzioso con la Commissione Europea per le inadempienze ARBEA per gli esercizi finanziari 2007, 2008, 2009 e quali provvedimenti sono stati adottati o si ritiene utile adottare. Per favore, che l’assessore al ramo ci fornisca una risposta chiara e precisa e che lasci stare il Governo Nazionale, perchè la colpa è solo e soltanto lucana, aggravata anche nel suo breve ma negativo operato in Giunta regionale.

Potenza 17/10/2011
Gianni Rosa, Mario Venezia, Mariano Pici

martedì 18 ottobre 2011

Le telefonate tra Sigillito e Restaino per pattuire assunzioni ai raccomandati


Le telefonate tra Sigillito e Restaino
per pattuire assunzioni ai raccomandati
Filo diretto tra Restaino e Sigillito per i soldi degli interinali. Quel «treno» di raccomandati: così chiamavano i soldi per assumere gli “amici di”
Le telefonate tra Sigillito e Restaino 
per pattuire assunzioni ai raccomandati17/10/2011 POTENZA - Lo chiamavano «il treno», Sigillito e i suoi interlocutori. Gli investigatori del reparto operativo dei carabinieri di Potenza non ci hanno messo molto a decifrare quel codice. «Il treno è partito?». «È arrivato?». Alla fine il treno è arrivato. Eccome. Ma in stazione non si è visto nessuno, anche se i posti erano già tutti occupati.
Si tratta del milione di euro deliberato dalla Regione per prorogare i contratti a tempo determinato dei tanti raccomandati assunti grazie all’intermediazione della Tempor. Il terzo filone dell’inchiesta del pm Salvatore Colella sul bubbone Arpab ruota tutto attorno a queste delibere che si sono susseguite per almeno tre anni con le motivazioni più disparate. Alla base dell’ultima ci sarebbero state «esigenze straordinarie ed eccezionali ascrivibili a situazioni d’urgenza non fronteggiabili con il personale di servizio». Chi scrive è l’ex dg del Arpab Vincenzo Sigillito, ma non parla del disastro di San Nicola, questo sia chiaro, bensì di un’altra emergenza legata più che altro ad assicurare un “tornaconto” elettorale per l’assessore Erminio Restaino visto l’avvicinarsi delle consultazioni regionali del 2010.
Secondo gli elementi raccolti dagli investigatori che messo telecamere e microspie nello studio dell’ex dg e contemporaneamente intercettavano il suo telefono cellulare: «I voti venivano garantiti da Sigillito e richiesti ai beneficiari dei posti di lavoro e ai loro familiari». Non si andava troppo per il sottile quando bisognava passare all’incasso.
Sembra che una delle occupazioni principali dei vertici dell’Agenzia regionale per l’ambiente fosse diventata alimentare il consenso per il sistema di potere che li aveva piazzati in quel posto. Quella di Fenice è l’emergenza che non ti aspetti. Quest’altra un’emergenza programmata a tavolino, che sa tanto dell’ultimo giro di danze sul transatlantico che sta affondando, con i viaggiatori che si preoccupano soltanto di estorcere i soldi alla Regione per rinnovare i contratti degli “amici di”.
Venerdì prossimo l’assessore Erminio Restaino, capo della corrente di riferimento dell’amico, nonchè altissimo funzionario a denominazione politica controllata, Vincenzo Sigillito, verrà chiamato a rispondere proprio su questi fatti. In quanto indagato per truffa e concorso esterno nell’associazione a delinquere composta dai vertici dell’Arpab vecchi e nuovi, con l’amministratore delegato dell’agenzia di lavoro interinale Tempor di Potenza Luigi Montano (un’accusa formulata in verità maniera molto originale) dovrà farsi accompagnare da un avvocato e potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. Con lui lo stesso giorno dovranno comparire negli uffici della Procura della Repubblica di Potenza davanti al pm Salvatore Colella lo stesso Montano, e il braccio destro dell’ex dg, Claudio Dresda, un factotum con amicizie molto particolari. Gli investigatori lo hanno tenuto a lungo sotto controllo e hanno registrato contatti con personaggi che un tempo venivano considerati vicini al boss Renato Martorano. Poi l’hanno visto entrare nello studio del direttore con dei fogli e indicargli il nome del presunto delatore che avrebbe dato il là all’inchiesta.
Metteva ordine tra i dipendenti Claudio Dresda, assunto come collaboratore amministrativo, e se serviva informava il suo superiore di quello che i colleghi dicevano nei corridoi. Occorreva un’ambiente sereno per inventarsi un’emergenza e dimenticarsene un’altra nei cassetti. Per chi faceva il lavoro sporco era sempre pronta una degna ricompensa.

lama