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giovedì 25 aprile 2013

IL VENTO STA CAMBIANDO ANCHE IN BASILICATA

La bomba prima o poi doveva scoppiare! Vicende squallide che, se confermate (esiste la presunzione d'innocenza), ci rimandano un sistema marcio ma dilettantistico, da ladri di polli.... scontrini ritoccati, raccolti a terra, pneumatici, vacanze con amanti....
Al momento sembrano non interessati SOLO 10 consiglieri, un terzo! Probabile che ci saranno altri sviluppi, altre "chicche". Noi aspettiamo curiosi. Ed impazienti!





TRUFFA SUI RIMBORSI
Tutti gli indagati dell'inchiesta che ha fatto crollare la Regione
Iscritti dai pm altri 21 nomi

Solo in dieci consiglieri si salvano dalle accuse dei pm di Potenza, il governatore. De Filippo nei guai per le fatture dell'acquisto di francobolli e per il capo del parlamentino lucano Santochirico giornali "doppi"
di LEO AMATO
POTENZA - Ha deciso di nominare una nuova giunta per gestire gli affari correnti e poi di fare un passo indietro sciogliendo il parlamentino lucano. Senza i toni di una Polverini, per non «anticipare giudizi», ma prendendo di fatto le distanze da tutto quanto emerso che «deturpa l'immagine della Basilicata». Ieri sera il presidente Vito De Filippo si è dimesso, prima che le notizie dell'operazione di carabinieri, finanza e polizia scattata in mattinata finissero sui giornali. E con queste le accuse nei suoi confronti.
C'è anche quello del governatore rieletto tra i nomi dei 37 indagati dell'inchiesta sui rimborsi per le attività dei gruppi e le spese di segreteria e rappresentanza dei consiglieri regionali. Tanto tuonò che piovve dalle parti di via Verrastro, ma già si annunciano "ulteriori precipitazioni" nei prossimi giorni se partiranno gli avvisi di garanzia con le contestazioni  per altri 21 tra i membri dell'attuale e della scorsa legislatura, oltre ai 16 che sono stati raggiunti ieri mattina dall'ordinanza di misure cautelari personali e reali firmata dal gip Luigi Spina.
Tra questi ultimi ci sono due assessori -ormai ex assessori - finiti agli arresti domiciliari, Vincenzo Viti del Pd e Rosa Mastrosimone dell'Idv, assieme capogruppo dell'eterna opposizione del Pdl Nicola Pagliuca. L'Udc Agatino Mancusi si era dimesso quattro mesi fa per l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa da vicepresidente di una giunta sostenuta da tutto l'arco del centrosinistra inclusi i vendoliani, e da semplice consigliere si è visto recapitare l'obbligo di dimora fuori dal capoluogo. Con lui ci sono altri 6 colleghi divisi alla pari tra maggioranza e minoranza, più un ex, candidato alle scorse politiche, che detiene ancora il record della media giornaliera di benzina rimborsata. Una roba da camionista robot, tanti sono i chilometri che avrebbe potuto percorrere con quel carburante (per lui l'obbligo è di dimorare nel paese di residenza). E per tutti più altri cinque è scattato anche il sequestro sui conti corrente di 170mila euro complessivi: a chi 5mila e a chi 26mila, come allo stakanovista del volante.
Ma anche gli altri della vecchia e della nuova giunta "ponte" per le elezioni che già si annunciano a settembre non se la passano molto meglio. L'assessore alla sanità Attilio Martorano? L'uomo che gestisce il budget più ricco tra quelli dei dipartimenti della Regione Basilicata, rimpinguato spesso e volentieri di royalties del petrolio? Anche lui sembra aver commesso qualche leggerezza, tipo aver pagato con i soldi pubblici i pranzi per il compleanno della signora. Idem per il nuovo assessore all'ambiente Enrico Mazzeo e il nuovo assessore alla formazione Roberto Falotico, che sarebbe riuscito a mangiare due volte, lo stesso giorno, nello stesso ristorante: prima come consigliere e poi come capogruppo-monogruppo di "Per la Basilicata". E senza mettere un filo di pancia!
Il vecchio ufficio del neo assessore all'Agricoltura Nicola Benedetto sembra essere infestato da un portaborse "fantasma", di quelli che costano una cosa sulla carta ma in realtà guadagnano ben altro. E l'assessore alle infrastrutture Luca Braia, ex capogruppo del Pd in consiglio? Provate a chiederlo a Ravello dove ad agosto si è fatto vivo con la moglie, la cognata senatrice col suo accompagnatore, l'altra cognata con moglie e nipoti, l'assessore alla cultura del Comune di Matera e consorte. La cena per tutti sotto il pergolato di glicini di uno dei ristoranti più belli e prestigiosi dev'essersi confusa tra le spese del Consiglio.
Infine l'assessore alle attività produttive, Marcello Pittella, appena nominato vicepresidente. A lui viene addebitato di aver portato in giustificazione del rimborso (anticipato) per "l'esercizio del mandato senza vincolo di mandato" lo scontrino di un ristorante "pezzottato" con l'aggiunta di una cifra davanti: da 23 euro a 223. Certo, è stato più elegante di chi invece che aggiungere una cifra a destra o a sinistra del "mangiato" si è messo a correggere gli 1 in 2 e i 2 in 4. Questo gli va riconosciuto. Ma la sostanza non cambia rispetto al pane di rappresentanza dell'ex Rosa Mastrosimone, e la cancelleria invisibile dell'altro ex Vincenzo Viti.
Chiaro però che se si vuole chiudere la giunta serve anche De Filippo, capace di portare a rimborso più francobolli di quanti ne ha mai visti la rivendita che ha emesso le fatture. «Mai avuto clienti del genere» ha spiegato il titolare disconoscendo la scrittura sulle carte depositate nell'ufficio di presidenza del consiglio regionale per giustificare la spesa del rimborso, che in realtà è un contributo anticipato per l'esercizio dell'attività politica. Ad ogni modo non parliamo di grandi cifre, un paio di migliaia di euro e nulla più, anche se adesso rischiano di costare tantissimo al governatore lanciato verso ben altri lidi se l'amico Enrico Letta dovesse riuscire a formare il governo. 
Tutti gli altri? Quelli "muniti di ombrello" al momento sono soltanto 10, e dato il numero esiguo si fa prima a chiamarli per nome. Della vecchia legislatura: la rifondarola Emilia Simonetti, i democratici Adeltina Salierno e Nino Carelli e il pidiellino Sergio Lapenna (oggi Udeur). Della nuova: Ernesto Navazio del gruppo misto, il Fratello d'Italia Gianni Rosa, il vendoliano Giannino Romaniello, l'ex assessore esterno Rosa Gentile (oggi ad di Acquedotto lucano spa) e i democratici Giuseppe Dalessandro e Vincenzo Folino, il deputato ex presidente del Consiglio.
Non l'ha scampata invece il suo successore, Vincenzo Santochirico, a sua volta democratico. Per lui si parla di fatture per l'acquisto di giornali portate a rimborso due volte, una per ognuna delle annualità prese in considerazione dagli investigatori, che sono il 2010 e il 2011. Un migliaio di euro di riviste e quotidiani che diventa due migliaia di euro per le stesse riviste e gli stessi quotidiani. Forse è poco ma basta e avanza per finire nella black list dei pm del capoluogo.

lunedì 1 aprile 2013

NUCLEARE IN BASILICATA-SEGRETI, PERICOLI E OMISSIONI


Trisaia - centro nucleare - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes

[...]Nel profondo Sud, in Lucania, c’è un luogo chiamato Trisaia (tre aie) su un’altura che sovrasta il fiume Sinni, ad un soffio dal Mar Jonio, dove in un tempo antico si ripulivano le spighe di grano, sfruttando l'azione del vento. Il posto limita il confine amministrativo tra Basilicata e Calabria. Percorrendo la statale 106, ad una manciata di minuti dai paesi di Policoro e Nova Siri, appare quello che non t’aspetti: un centro nucleare, in un’area densamente abitata e coltivata dai contadini. Poco più a nord emergono le miniere di salgemma: qui c’è il Terzo Cavone nell’agro di Scanzano Jonico, dove il 13 novembre 2003, con tanto di decreto legge numero 314, il Governo Berlusconi, per mano del generale Carlo Jean - nominatocommissario straordinario per l’emergenza nucleare, calpestando i crismi della legalità e della trasparenza - intendeva realizzare il deposito unico nazionale per i rifiuti atomici. Non più mare, agricoltura a misura umana e pesca, ma scorie radioattive da nascondere nel sottosuolo. La gente di Lucania si ribellò in massa ed il governo del massone deviato, in affari con Cosa Nostra (tessera P 2 numero 1816) fu costretto a rimangiarsi in un solo boccone avvelenato quell’insana decisione.

Tomba atomica - Il popolo tricolore non sa. 40 anni fa lo Stato italiano ha realizzato in Lucania il primo cimitero nucleare, scavando semplicemente delle fosse nella nuda terra e distruggendo per sempre una mirabile area archeologica. I vari governi del Belpaese - pilotati dall'alleato USA - senza informare nessuno, né gli enti locali né tantomeno la popolazione civile, in maniera decisamente criminale, calpestando leggi e normative di sicurezza, allestirono la prima tomba a cielo aperto degli scarti dell'atomo letale.

Passano i decenni e si fa sempre finta di niente. Questa zona in riva al Golfo di Taranto (su cui lo Stato in barba al buon senso, ha recentemente rilasciato autorizzazioni per trivellare idrocarburi a tutto spiano) - come ben sanno tutte le autorità istituzionali e sanitarie a livello nazionale, regionale e provinciale - è contaminata anche a seguito di esperimenti e svariati incidenti di cui non è mai stata notiziata né la Prefettura di Matera né l'Autorità Giudiziaria. Soltanto in seguito ad una circostanziata denuncia di un medico, il dottor Morano, decollarono le indagini, grazie soprattutto alla determinazione di un giudice autoctono, Nicola Maria Pace (scomparso prematuramente). Accanto al giudice c'era Angelo Chimienti (anche lui morto improvvisamente) che più di tutti e prima di tutti ha denunciato e documentato questa barbarie. 



Come sostiene il medico Agnesina Pozzi "in Basilicata è possibile fare impunemente quello che altrove, non è nemmeno proponibile". Argomentazioni pienamente condivisibili, riscontrate dai fatti.

Itrec: l’acronimo - apparentemente innocuo - sta per Impianto trattamento e rifabbricazione elementi combustibile. Il centro nucleare del Cnen, poi Enea, sorto tra il 1961 ed il 1968, anche su sollecitazione diretta del padrino democristiano Emilio Colombo (assurto alle cronache giudiziarie in anni più recenti per consumo di cocaina in Parlamento - aveva come scopo ufficiale “la dimostrazione della realizzabilità della chiusura del ciclo uranio-torio, mediante il riprocessamento del combustibile irraggiato e fabbricandone del nuovo”. A cavallo tra il 1969 ed il 1971 - ai sensi di un accordo Cnen-Usaec (Commissione USA per l’energia atomica) mai ratificato dal Parlamento italiano -  giunsero dagli Stati Uniti d’America ben 84 barre di elementi uranio-torio ad alta attività (ossia di terza categoria, le più pericolose), provenienti dalla centrale Elk River nel Minnesota. Su venti di queste barre fu effettuato il cosiddetto riprocessamento, ma il Governo nordamericano non ha mai accettato di riprendersi quelle avanzate. La sperimentazione durò ufficialmente fino al 2003, quando la Sogin avviò ildecommissioning. Attualmente non esistono impianti al mondo per mettere in sicurezza i 64 elementi di combustibile irraggiato[...] Inondazione nucleare - “Un’inondazione radioattiva potrebbe investire il materano, da un momento all’altro”. L’allarme non è infondato. Il pericolo che incombe a tutt’oggi, sulla Basilicata e le regioni confinanti - Puglia, Calabria e Campania - è legato alla mancata solidificazione - un rigoroso obbligo di legge nazionale ed internazionale - di 2,7 metri cubi di scorie liquide radioattive ad alta attività, custoditi in alcuni serbatoi non più adeguati e sicuri, all’interno del centro ricerche dell’Enea, derivati dal trattamento di 24 elementi di combustibile nucleare irraggiato, provenienti dagli USA[...]Segreto di Stato - Una sensibile giornalista come Marisa Ingrosso dopo opportune verifiche, due giorni fa ha pubblicato un approfondimento sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno: «Non è possibile conoscere il futuro dell’Impianto trattamento elementi combustibile (Itrec) di Trisaia, in provincia di Matera. Così il Ministero dello Sviluppo Economico risponde alla richiesta della «Gazzetta» di visionare il piano di smantellamento della Società Gestione Impianti Nucleari (Sogin Spa) o, per meglio dire, il «Piano globale di disattivazione dell’impianto Itrec di Trisaia» e la «Proposta di prescrizioni per la disattivazione…[...]
(1 – continua…)
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/03/basilicata-segreti-e-pericoli-del.html