ARTICOLI PIU' LETTI

venerdì 14 dicembre 2012

IL PIANO DI BONIFICA DEL SITO ITREC DEL CENTRO TRISAIA DI ROTONDELLA NASCONDE ALTRE INTENZIONI ???

LO AFFERMIAMO DA TEMPO: C'E' MOLTA RETICENZA SULL'ARGOMENTO.
COSA SI NASCONDE DIETRO I LAVORI DI AMPLIAMENTO DEL SITO? MOVIMENTI, LAVORI, ASSUNZIONI.... DAVVVERO SOLO MESSA IN SICUREZZA? O C'E' DELL'ALTRO, INCONFFESSABILE?
https://www.facebook.com/photo.php?
fbid=378817108880001&set=a.378817085546670.90722.100002551449756&type=1&theater

http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/03/trisaia-perche-si-continua-rischiare.html
http://ottavioframmartino.blogspot.com/2011/03/barre-nucleare-alla-trisaia-un-pericolo.html
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/02/cimitero-di-scorie-radioattive-in.html
http://www.basilicatanet.it/basilicatanet/site/Basilicatanet/detail.jsp?otype=1012&id=547399&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/02/enea-rotondella-quanti-tesori.html
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/10/basilicata-la-regione-piu-colpita-da.html
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011_11_01_archive.html
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/11/nucleare-la-sogin-costruira-un-deposito.html
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/11/scoriechi-ci-tutela-se-nemmeno-noi-ci.html
http://lucaniconlepalle.blogspot.it/2011/11/scorie-nucleari-tanti-sapevano-del-sito.html

giovedì 6 dicembre 2012

Finanza: in Basilicata 16 dirigenti sanitari denunciati


Finanza: danno erariale per 100mila euro, 16 dirigenti sanitari denunciati

Il Nucleo di Polizia Tributaria di Potenza, nei giorni scorsi, a seguito di complesse ed articolate indagini, ha inoltrato alla Procura Regionale della Corte dei Conti una dettagliata informativa contenente gli estremi di una segnalazione per danno all’erario, pari ad oltre 100.000 euro, e la denuncia di nr.16 Dirigenti, responsabili a vario titolo delle Aziende sanitarie coinvolte.

Le indagini svolte, mirate a controllare la correttezza della spesa delle amministrazioni pubbliche, hanno riguardato il distorto uso di denaro pubblico (problema centrale dell’attuale congiuntura economica) da parte delle Aziende sanitarie, legato alla mancata attivazione di più postazioni di” sanificazione delle ambulanze” del servizio di emergenza-urgenza “118”.
In particolare, i militari operanti hanno accertato che le ambulanze del servizio “118”, provenienti dai 36 diversi presìdi territoriali di soccorso distribuiti nel territorio regionale, percorrevano anche fino a 400 km “solo” per raggiungere e rientrare dall’unica postazione attivata nella Regione (azienda di autolavaggio sita a Sant’Arcangelo), per essere sottoposte al processo di” sanificazione ordinario e straordinario”, muovendosi anche da località molto distanti dalla predetta, quali San Nicola di Melfi, Lavello, Venosa, Pescopagano, con intuibili diseconomie gestionali quali chilometraggi ingenti, costi rilevanti di carburante, usura consistente dei mezzi, spese elevate di missione, e, particolare non secondario, indisponibilità del mezzo, sottraendolo alle altre emergenze sanitarie.
Spreco di denaro pubblico che non si sarebbe verificato (impoverendo i bilanci delle Aziende sanitarie) se i responsabili delle Aziende Sanitarie Locali avessero attivato più postazioni di sanificazione, distribuendole, attesa anche la morfologia del territorio lucano, in maniera uniforme. In merito all’identificazione dei responsabili, si è segnalati come tali nr 16 Dirigenti, ovverosia tutti i direttori generali ed amministrativi delle ASL “Potenza 2” e “Matera 4” e delle Aziende Sanitarie di Potenza e Matera, che nel tempo si sono succeduti alla guida dei suindicati Enti, per la mancata attivazione di altre “postazioni di sanificazione” nelle menzionate sedi, come, peraltro, appositamente previsto da specifica legge regionale.

Sul particolare fenomeno, la solerzia delle Fiamme gialle potentine ben si è adattata alla penetrante attività istituzionale dell’Autorità Giudiziaria contabile.
E’ nota ,infatti, la particolare attenzione del Governo Centrale al contenimento della spesa pubblica e il diuturno impegno profuso dalla Guardia di Finanza nel particolare settore operativo, quale polizia economico-finanziaria fortemente impegnata nel contrasto allo sperpero di denaro pubblico.
Dall’inizio dell’anno, con la segnalazione odierna, sono oltre 3,2 i milioni di euro segnalati per “danni erariali” da parte delle Fiamme Gialle Potentine alla Procura Regionale della Corte dei Conti della Basilicata.
http://www.lasiritide.it/art.php?articolo=7222

giovedì 29 novembre 2012

Spese della casta: in Basilicata indagati ventinove consiglieri e tre dirigenti



POTENZA - E' un terremoto il primo passo formale dell'inchiesta sui rimborsi delle spese presentate dalla casta regionale. Un vero assedio al Palazzo. Sono 32 gli iscritti nell'informativa consegnata dalla polizia giudiziaria alla Procura: tre alti dirigenti, due assessori in carica, e poi consiglieri regionali, molti della consiliatura in corso, altri di quella passata. Il contesto politico è trasversale, maggioranza e opposizione, centrosinistra e centrodestra. (...) Il danno quantificato finora ai danni della Regione Basilicata è di circa un milione di euro, quasi due miliardi delle vecchie lire. Gli anni di consiliatura presi in considerazione sono quelli relativi al 2009, 2010 e 2011.L'indagine, allo stato degli atti, risulta nei confronti dei seguenti esponenti politici: l'assessore all'agricoltura dell'Idv, Rosa Mastrosimone; l'assessore alle attività produttive del Pd, Marcello Pittella (ma la condizione d'assessore non c'entra, la condotta presa in esame li riguarda come consiglieri). Poi i seguenti consiglieri: Pasquale Robortella (Pd), Gianni Rosa (Pdl), Vincenzo Santochirico (Pd), Romeo Sarra (Pd), Mario Venezia (Pdl), Rocco Vita (Psi), Mariano Pici (Pdl), Nicola Pagliuca (Pdl), Alfonso Ernesto Navazio (Io amo la Lucania), Francesco Mollica (Mpa), Franco Mattia (Pdl), Vito Gaudiano (gruppo misto), Roberto Falotico (Mpa), Giuseppe Dalessandro (Pd), Paolo Castelluccio (Pdl), Luca Braia (il capogruppo del Pd), Nicola Benedetto (Idv), Antonio Autilio (Idv). Inoltre gli ex consiglieri Adeltina Salierno, Vincenzo Ruggiero, Donato Salvatore, Giacomo Nardiello, Innocenzo Loguercio, Antonio Di Sanza, Pasquale Di Lorenzo, Giovanni Carelli. Infine tre dirigenti regionali: Gerardo Calvello, ex direttore generale del consiglio regionale, Luigi Gianfranceschi, attuale direttore generale, e Maria Teresa Lavieri, dirigente dell'ufficio risorse strumentali finanziarie e tecnologiche del consiglio regionale. (....)
giovedì 29 novembre 2012
http://www.ilquotidianodellabasilicata.com/news/politica/709231/Spese-della-casta--32-indagati.html


venerdì 2 novembre 2012

Servizio odontoiatrico per disabili, una mamma: "tempi troppo lunghi"

"Mi manda Picone..."??? [commenti]
Un servizio bellissimo, utile, che viene utilizzato da decine di famiglie, non solo dell’area sud e non solo della Basilicata: è il servizio di odontoiatria per il “paziente critico” attivo da qualche anno presso l’ospedale di Chiaromonte. Un progetto sacrosanto, come sacrosanto, però, è il diritto delle famiglie di poterne godere in maniera appropriata. E’ quanto segnala la signora Maria Caldararo, madre di un ragazzo disabile di 28 anni. Ma andiamo con ordine. Il progetto nasce per pazienti che, a causa di gravi disabilità, hanno una limitata capacità di collaborare alle cure. Per questo motivo viene messa loro a disposizione un’equipe di medici che, tra le altre cose, prevede un piano anestesiologico personalizzato in base al paziente. “Nel mese di febbraio- spiega la signora Caldararo- mio figlio ha subito il primo intervento. Subito dopo ci è stato comunicato che, dopo un mese, ci avrebbero chiamati per i dovuti controlli. La chiamata, però, non è arrivata. I mesi sono diventati due, tre e così via. Intanto mio figlio aveva necessità di un controllo ma, nonostante le mie sollecitazioni, il giorno del controllo non è arrivato”. La signora racconta che, dopo ogni sollecitazione, le veniva assicurato che, di lì a breve, sarebbe stata chiamata. Ma, evidentemente, così non è stato. Fino a poche settimane fa. “Dopo otto mesi- spiega ancora la signora- mi sono recata personalmente presso il presidio e ho lamentato palesemente il disagio mio e di mio figlio. Ho chiesto di parlare con i medici, ho spiegato, in maniera concitata, le mie ragioni. Alla fine sono stata “accontentata” e mio figlio è stato inserito in lista”. La signora, però, non sembra molto contenta di questo. “E’ questo il punto- dice- io non voglio essere accontentata. Non voglio riuscire ad ottenere qualcosa perché alzo la voce, perché chi non lo fa deve avere le stesse possibilità che ho io”. La signora Caldararo evidenzia la necessità e l’utilità di un servizio del genere anche perché, in altri casi, sarebbe pressoché impossibile curare pazienti come suo figlio, che ha bisogno di essere accudito in tutto. “Ma- sottolinea- il servizio deve funzionare bene. Prima c’era il servizio di clown terapia. Ora, per colpa dei tagli, non è stata rinnovata la convenzione. Inoltre sarebbe bene aggiungere piccoli accorgimenti per accogliere anche le persone che vengono da lontano e che devono restare in ospedale tutto il giorno. Se i tagli sono necessari, tagliassero altrove, non nella sanità, soprattutto quella riservata a chi ha già quotidianamente bisogno di cure”.[...]

In merito alla segnalazione della signora Caldararo, che ha sollecitato, tra le altre cose, la cancellazione di alcuni servizi contingenti a causa dei tagli, abbiamo contattato l’azienda sanitaria di Potenza attraverso il suo ufficio stampa. Ci è stato riferito che dalle indagini effettuate risulta che il paziente in questione a distanza di un mese dal primo intervento poteva subire il secondo intervento. “Si è reso necessario differire tale intervento odontoiatrico per far fronte a improcrastinabili urgenze. Il paziente è stato comunque operato successivamente”(e meno male-ndr). [...]

Mariapaola Vergallito
art. originale e completo su:
http://www.lasiritide.it/art.php?articolo=7057

giovedì 25 ottobre 2012

Basilicata: in eccesso 1 unità su 2 del personale della Regione

Le spese della Basilicata
Personale della Regione
in eccesso 1 unità su 2



POTENZA - Uno su due è di troppo. E 577 

sono tutti quelli di cui si potrebbe fare
a meno. È l’eccesso di personale della
Regione, numeri che dimostrerebbero
come un dipendente regionale su due
è in esubero. Invece, degli attuali 985 ne basterebbero 408. Con un eccesso di
spesa di 48 milioni e 100 mila euro, un
possibile ulteriore risparmio di 6 milioni e
200 mila euro e una cifra che tocca il 100
per cento dell’addizionale regionale del
l’ Irpef. E soprattutto con una risparmio in
tasse per ogni cittadino lucano di 82 euro
l’anno.Lo dice un dossier dell’ufficio studio
della Confartigianato sull’eccesso di personale nelle regioni italiane. In particolare, il dossier
dopo aver suddiviso gli enti in raggruppamenti omogenei per dimensioni e categorie, e dopo aver individuato per ciascun gruppo la regione virtuosa ha fatto i calcoli e tratto le relative conseguenze.
Con non poche sorprese: come quella, appunto, di un esubero di personale che per l’ente 
regionale ha raggiunto il 58, 6 per cento.
La Regione ha, infatti, 985 unità su una popolazione di 587mila 517 unità, circa l’1,3 per cento quindi.
Con l’adeguamento alla regione più virtuosa ne basterebbero 408. Un 1,7 per cento ogni 1000 abitanti.
In più, quindi, secondo lo studio vi sono 577 addetti regionali. Un numero decisamente alto, un
numero che come viene sottolineato nella relazione, se tagliato potrebbe portare ad una notevole 
riduzione della spesa. Secondo la relazione, infatti, la Basilicata ha speso per il personale 61
milioni di euro ossia 104 euro pro capite per ogni lucano. Con la riduzione del personale, invece,
si avrebbero anche risparmi interessanti come il 100 per cento dell’addizionale Irpef. «La dimensione
degli eccessi di spesa rende evidente la possibilità di utilizzare tagli di spesa e la riduzione degli
sprechi per abbassare la pressione fiscale per cittadini e imprese - precisa la relazione......
..... Perchè come conclude la relazione «si tratta di risparmi conseguibili nel tempo, 
attraverso un rigido blocco del turnover ed un nuovo disegno dei processi produttivi dei
servizi regionali».
di    Antonella Inciso

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=563176&IDCategoria=12

venerdì 5 ottobre 2012

118 IN AFFANNO... Ambulanze ferme nei parcheggi ..però c'è l'"indispensabile" elisoccorso notturno...


Riceviamo e pubblichiamo:
Ogni volta che al 118 Basilicata si apportano piccole modifiche organizzative vengono sempre enfatizzate dai “governanti della sanità “ come delle “rivoluzioni copernicane”, ricordiamo l’ultima relativa ai voli notturni dell’elisoccorso. 
Ma poi in Basilicata la realtà si dimostra essere sempre altra cosa ed alle “parole politiche” non seguono mai i fatti, tutto ciò grazie all’incapacità dei “manager-politici” super pagati cui si contrappone la professionalità degli operatori in prima linea. Lavoratori che non messi in condizione di poter offrire il miglior servizio agli utenti per una serie di mancanze ed in primis proprio un numero di addetti non adeguato alle esigenze. Ed il risultato è che molte autoambulanze del 118 non partono, ferme nei parcheggi perché mancano gli autisti e gli infermieri cui si accompagna un servizio non efficiente della centrale operativa di Basilicata Soccorso perché in affanno rispetto al numero esiguo degli operatori ed alle migliaia di telefonate che si generano. Due/tre operatori al massimo a turno che seppur specializzati si trovano di fronte ad un carico di lavoro abnorme ed è fisiologico che molte domande possano trovare risposte tardive. 
Tante le denunce che ciclicamente si ripetono con le quale i cittadini evidenziano i disservizi del 118, di contro dalla governance nessun provvedimento viene posto in essere per porre rimedio.
Ho protocollato questa mattina due interrogazioni su queste tematiche (attività autoambulanze e centrale operativa) chiedendo al Governatore De Filippo spiegazioni e provvedimenti consequenziali. La speranza è che questa mia iniziativa possa contribuire a cambiare la situazione esistente.
Il cittadino ha diritto ad ottenere servizi efficaci ed efficienti, se a detto sacrosanto principio abbiniamo il particolare momento che attraversiamo, la sanità rientra in pieno nei tagli previsti per i finanziamenti nazionali, necessita ancora di più una riorganizzazione complessiva del sistema sanitario, che porti all’eliminazione degli sprechi e al contestuale potenziamento di quei servizi utili come il 118. 
Spero che questo semplice concetto sia chiaro anche alla politica e ai super manager sanitari.

Potenza 5/10/2012
Gianni Rosa

venerdì 21 settembre 2012

SCUOLA: DURA PROTESTA DEI GENITORI DI NOEPOLI


Riceviamo e pubblichiamo

DA LUNEDI 17 SETTEMBRE NOI GENITORI DELLA SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA DI
NOEPOLI PROVINCIA DI POTENZA , STIAMO SCIOPERANDO NON FACENDO FREQUENTARE I NOSTRI FIGLI LE LEZIONI, PERCHE' RIVENDICHIAMO UNA QUALITA'  MIGLIORE D'INSEGNAMENTO.IN PRATICA LA SCUOLA ELEMENTARE GIA IN REGIME DI PLURICLASSE DA DIVERSI ANNI HA COMUNQUE AVUTO TRE INSEGNANTI, CHE GARANTIVANO UNO SDOPPIAMENTO D'INSEGNAMENTO DEI VARI PROGRAMMI DELLE VARIE CLASSI , QUEST' ANNO A FRONTE DEI TAGLI E DELLE VARIE CRISI ECONOMICHE SBANDIERATE CONTINUAMENTE SIA A LIVELLO REGIONALE CHE NAZIONALE GLI INSEGNANTI SAREBBERO 2 PRODUCENDO NOTEVOLI DISAGI SIA AL LAVORO DEGLI INSEGNANTI CHE ALL'APPRENDIMENTO DEI NOSTRI FIGLI.NOI CHIEDIAMO CHE SIA CONCESSA IN QUALSIASI FORMA UN INSEGNANTE CHE PERMETTA LO SDOPPIAMENTO DELLE VARIE CLASSI AL FINE DI NON PEGGIORARE IL LIVELLO QUALITATIVO DELL'INSEGNAMENTO E DEL CONSEGUENTE APPRENDIMENTO DEI NOSTRI FIGLI.
QUESTO ESCLUSO A PRIORI DALLA DIRIGENTE  SCOLASTICA , SENZA PERO OFFRIRCI UN EVENTUALE SOLUZIONE IMPEDENDOCI DI DIALOGARE .CON LA NOSTRA PROTESTA CHE NATURALMENTE CONTINUERA AD OLTRANZA , GRAZIE ANCHE ALLE ALTRE ISTITUZIONI OLTRE A QUELLE SCOLASTICHE , CHE PUR VENUTE A CONOSCENZA DELLA PROTESTA DI NOI GENITORI MESSA INATTO, GRAZIE ALL'INTERESSAMENTO DI VARIE TESTATE GIORNALISTICHE RAI , TV PRIVATE RADIO E TESTATE GIORNALISTICHE   SEMBRA CHE NON MERITIAMO ATTENZIONE COME SE NOI GENITORI E UNACOMUNITA INTERA NON ESISTA, A NOI GENITORI PRESENTI A PRESIEDERE DAVANTI LA SCUOLA, NON E' STATA OFFERTA NESSUNA POSSIBILITA' DI DIALOGARE CON
NESSUN ORDINE IN GRADO DI RACCOGLIERE E ANALIZARE LE NOSTRE RICHIESTE.
LO SCONFORTO NOSTRO E' TANTO NEL VEDERSI ABBANDONATI DA CHI DOVREBBE
GARANTIRE SIA A NOI GENITORI CHE SOPRATTUTTO AI NOSTRI FIGLI UN DIRITTO FONDAMENTALE QUALE QUELLO DELLO STUDIO FATTO IN UNA MANIERA UGUALE PER TUTTI E SOPRATUTTO SENZA OSTACOLI .QUATTRO GIORNI DI SCIOPERO SENZA CHE NESSUNO SIA VENUTO A CHIEDERCI PERCHE' 14 BAMBINI DELLE ELEMENTARI E 14 RAGAZZI DELLE MEDIE E RELATIVE FAMIGLIE , VISTO CHE SI PARLA TANTO DI NUMERI POSSONO ESSERE SACRIFICABILI E QUESTO CHE CI PIACEREBBE CONOSCERE DA CHI CI PUO RISPONDERE.
(I GENITORI DEGLI ALUNNI DI ELEMENTARI E MEDIE DI NOEPOLI PZ)
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-559ca240-22a9-400a-8c62-0fbfb5481623-tgr.html#p=0
http://www.lasiritide.it/flash.php?number=1550
http://www.lasiritide.it/art.php?articolo=6869

RIFIUTI RADIOATTIVI: COSA INTENDE FARE DE FILIPPO?


Sui rifiuti radiottivi De Filippo cosa vuole fare?

Chissà se il Governatore della Basilicata Vito De Filippo, ultimamente convertitosi sulla strada della Val D’agri all’ambientalismo ed alla protezione della natura, sulla misteriosa vicenda dei bidoni radioattivi insabbiati in qualche località lucana voglia porre la stessa attenzione? 


Una vecchia vicenda che ebbe anche una travagliata e strana storia giudiziaria, quando agli inizi degli anni 2000 si parlò di circa 600 bidoni di materiale radioattivo partiti dall’Enea di Rotondella, di cui 500 mandati in Somalia e 100 in terra lucana.
Da sottolineare che i 100 bidoni “presumibilmente infossati illegalmente” in Basilicata non furono mai ritrovati. Ma la questione non è chiusa e dobbiamo anche questa volta dare atto al settimanale di inchiesta Basilicata24 che ha pubblicato l’8 settembre 2012 un articolo ove si riferisce nuovamente di presunti materiali radioattivi provenienti dalla Enea di Rotondella, sotterrati in territorio lucano. Insomma Basilicata24 è ritornata sul caso facendo un sopraluogo in una zona recintata tra i calanchi tra Pisticci e Ferrandina, dopo aver avuto alcune informative da persone informate dei fatti. I giornalisti di inchiesta si sono recati prima due volte a controllare e misurare i livelli di tossicità e una prima volta riscontrato valori tra i 0.020 ed i 0,024 millirandom/ora sino a punte di 0,031 in alcune zone della presunta discarica radioattiva. A distanza di 3 mesi Basilicata24 effettua un altro sopraluogo in zona, addentrandosi in campo aperto coltivato a grano ed olivi, rilevando livelli di 0.022 ed i 0,035 millirandom/ora.
Con professionalità e scrupolo civile, i giornalisti di inchiesta fanno un terzo sopralluogo, ma questa volta in compagnia di un esperto geologo munito di uno strumento professionale di alta precisione che rileva 0.180 microsievert/ora e lateralmente alla discarica 126 microsievert/ora. Valori che segnano un’anomalia evidente dato che superano tre volte e mezzo il valore di radioattività naturale.
Che dire? Di certo la notizia è inquietante per tutti i lucani, immaginiamoci per la popolazione residente nella zona e sta destando preoccupazione sull’origine e le cause del particolare fenomeno rilevato.
Pertanto è necessario che la Regione Basilicata intervenga immediatamente con un monitoraggio “ufficiale” serio, approfondito e trasparente.
Oggi è stata presentata un’interrogazione con la quale si chiede al Presidente De Filippo se la notizia di questa presenza di rifiuti tossici evidenziata dalla inchiesta di Basilicata24 corrisponda al vero.
Ma una risposta che deve essere suffragata dai fatti e dalle carte, cioè se gli enti regionali preposti hanno condotto analisi e con quali risultati e se sono state intraprese ulteriori azioni di monitoraggio ambientale.
Infine ho richiesto per tranquillizzare la popolazione residente, l’immediato intervento dell’Arpab e/o ASM per determinare compiutamente le cause ed i motivi del fenomeno segnalato e le relative prescrizioni.
A contempo, alla burocrazia regionale, spesso disattenta e poco comunicativa si prega volere anche predisporre un’adeguata pubblica informazione al fine di rendere edotta l’opinione pubblica su quanto realmente accaduto.
Siccome di Fenice, Pertusillo, mancate analisi in Val D’Agri, Fiume Noci e via dicendo, insegnano e certificano che lo scarso rispetto per l’ambiente ormai è costume in Basilicata, cui si accompagna l’amorale prassi di non monitorare o nascondere i dati, ci auguriamo che questa volta trattandosi di rifiuti tossici non si continui a scherzare con la salute dei cittadini.
Già sentiamo troppe barzellette di una Basilicata Verde, pulita, incontaminata e poi le crisi ambientali è sempre dietro l’angolo. E’ ora di finirla con questo pressappochismo che sta iniziando a diventare immorale e pericoloso.

Potenza 21/09/2012

Gianni Rosa
 http://www.giannirosapdl.it/

giovedì 13 settembre 2012

BASILICATA- SOSPETTI CONTINUI SUGLI AFFIDAMENTI DEGLI INCARICHI

- SOSPETTI CONTINUI SUGLI AFFIDAMENTI DEGLI INCARICHI -
13 sett- CONSULENZE E "I FIGLI E I PARENTI DI" AL CROB


Read more: http://www.blogallo.it/index.php/201209131326/13-sett-CONSULENZE-E-I-FIGLI-E-I-PARENTI-DI-AL-CROB.html#ixzz26PnFhuoW
È noto ai suoi lettori, che Blogallo si occupa in particolare di sanità con inchieste e approfondimenti. E spesso, come molte redazioni, riceve lettere, anche anonime, e segnalazioni sulla sanità regionale. In qualche caso riguardano il tema degli incarichi, delle assunzioni e dei concorsi del comparto regionale. Ultima in ordine cronologico racconta l'affidamento di una consulenza all'ospedale Crob di Rionero in Vulture. Si tratta del posto per un ingegnere biomedico o con laurea equipollente per la gestione dei software e delle macchine dell'ospedale. Una figura della quale negli ultimi anni molte aziende sanitarie si stanno dotando, molto utile a coadiuvare i medici nella scelta e nella gestione delle apparecchiature diagnostiche ed elettromedicali. Chi ha scritto la lettera di segnalazione è un giovane ingegniere lucano, molto deluso come tanti giovani che si affaciano nel mondo del lavoro, che ha manifestato i suoi dubbi sulla modalità di espletamento dell'iter e della conseguente assegnazione della consulenza. A suo parere rientra in un «andazzo generale» che investe l'intero comparto regionale delle assunzioni pubbliche. La cronaca lucana degli anni trascorsi, in linea generale gli da ragione al di la del caso singolo da lui sottoposto. Intanto sono stati chiesti da Blogallo lumi alla direzione del Crob che con dovizia di particolari ha chiarito i passaggi, per la verità abbastanza farraginosi, dell'affidamento della consulenza. Infatti vi sono state 3 riaperture dei termini di presentazione delle domande e l'ampliamento della fascia dei titoli per parteciparvi. Tutto regolare a rigor di norma. L'atteggiamento, a loro dire, è stato tecnicamente ineccepibile e molto attento, anche al fine di evitare ricorsi che sono sempre dietro l'angolo; Ma non le polemiche. Il dato è che c'è di mezzo un nome noto e di rilievo nel mondo della giustizia lucana. Il Crob non è nuovo a questi fatti, sono più di uno i "figli o parenti di" che vi lavorano o vi hanno lavorato. Naturalmente questo non significa che ci sia del losco sempre e in automatismo, e non ci sono certamente dati che devono far pensare male "anche se a volte ci si azzecca" Il giovane ingegnere deluso ed escluso ha forse malignamente, pensato che l'iter per l'affidamento della consulenza alla quale anche lui mirava, fosse stato guidato al fine di favorire il figlio del noto Giudice. Questo, a rigor di norma, non può tecnicamente essere affermato. Anche se la macchina delle assunzioni e dell'affidamento delle consulenze, al di la del candidato di questo o di altri casi, nell'atto conclusivo può far pensare a una discrezionalità eccessiva della commissione alla quale nessuno, nemmeno gli organi di controllo, possono opporsi.
SE SI CAMBIASSE SISTEMA FIORSE I DUBBI SI RIDURREBBERO
È una commissione interna che decide chi promuovere in "camera caritatis" senza dover dar conto a nessuno se non alla propria coscienza. Nel caso segnalato dal giovane ingegnere, sono stati il direttore scientifico, il dottor Musto e un ingegnere elettronico interno, Scapicchio, a scegliere l'ingegnere elettronico "figlio di" come è stato definito nella segnalazione, titolare di quella che loro hanno ritenuto la professionalità più adatta alle loro esigenze. Quindi, al di la del singolo caso, dovrebbe essere l'autoregolamentazione a dover rivedere le modalità di affidamento e di assunzione al fine di garantire il massimo della trasparenza, per non sollevare sollevare dubbi, che probabilmente in molti casi vanno a ledere la professionalità di un assunto forse mal   visto   solo   perchè "figlio o parente di".
scroll back to top


Read more: http://www.blogallo.it/index.php/201209131326/13-sett-CONSULENZE-E-I-FIGLI-E-I-PARENTI-DI-AL-CROB.html#ixzz26PmuMkno

domenica 22 luglio 2012

Il giallo della Trisaia.. deposito nazionale dei rifiuti radioattivi?


Il giallo della Trisaia

E il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

Il silenzio è calato sulla vicenda, ma il sospetto che qualcuno nel frattempo stia lavorando ad una soluzione “segreta” non sarebbe completamente campato in aria. Siamo andati a spulciare documenti ufficiali, abbiamo cercato di leggere tra le righe di dichiarazioni pubbliche e relazioni tecniche, con l’approccio di “chi pensa male”. Una domanda, a questo punto, la dobbiamo fare: è possibile che nell’area della Trisaia di Rotondella ci sono tutte le condizioni per realizzare il deposito nazionale? I lavoro per la bonifica appena avviati, possono nascondere altri scopi? ...
...I misteri dell’Itrec

Il sito di Rotondella è stato più volte al centro di polemiche e di indagini per veri o presunti incidenti agli impianti, oltre che per i sospetti sulle attività svolte all’interno della Trisaia. Nel marzo 2011 alcune fonti qualificate avrebbero fatto circolare carteggi interni riguardo al trasferimento sospetto di materiale radioattivo. I documenti parlerebbero di un costante arrivo nel centro jonico di materiale nucleare, già dal gennaio 1991. Nel carteggio ci sarebbe un elenco di “partite omogenee” di materiale radioattivo prima custodito nell’Istec Enea di Casaccia (Istituto di Scienza e Tecnologia dei Materiali Ceramici). Sembra però che il materiale giunto a Rotondella non fosse soltanto quello descritto nei documenti, ma ci sarebbe stato dell’altro in quantità ignota e di natura diversa.
Non mancano sospetti su incidenti avvenuti all’interno degli impianti e occultati per evitare allarme nell’opinione pubblica.
C’è un impianto in cui vengono trattati i minerali estratti da rifiuti industriali e c’è un laboratorio di analisi con uno strano nome: “Terre rare”. In quelle stanze possono entrare solo gli addetti ai lavori, perché è nella zona sottoposta a controllo militare. In quel laboratorio sarebbero state fatte delle “porcherie”. Ha indagato la Procura antimafia di Potenza  senza risultati. Il fascicolo è stato a lungo secretato e nel gennaio 2010 è finito in archivio. 
Nel marzo del 1993 si verifica un incidente, questa volta scoperto. La condotta di 5 chilometri che dal Centro Enea della Trisaia sbuca nel mar Jonio, viene giudicata contaminata da liquido radioattivo dalla magistratura di Matera che ne dispone il dissotterramento. Nell’aprile del 1994 una cisterna avariata perde liquido radioattivo.....
....Craco, Pisticci, Rotondella, Val Basento, Petrolio e Gas

Tutto lascia immaginare che Rotondella non è esclusa dalla “lista ristretta”. Ma c’è Craco, ossia Peschiera a valle, a un passo c’è Tecnoparco, a due passi c’è la Trisaia, intorno le industrie della Val Basento, il prossimo mega-impianto di stoccaggio dal gas della Geogastock a Grottole-Ferrandina-Pisticci. Ancora a due passi ci sono i pozzi petroliferi. Tutta questa zona della Basilicata è interessata da processi di industrializzazione eterodiretti ed esogeni fondati sulla chimica, sull’energia, sui rifiuti. Una specie di mega distretto in cui ci sono tutte le condizioni per realizzare il deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi. E dove se non qui? Che sia Craco che sia Rotondella o Ferrandina una cosa è certa, si tratta della Basilicata. Siamo i primi, per quantità di siti identificati. Può darsi che l’ipotesi sia infondata, che la Basilicata non ospiterà alcun deposito. Bene, ma è sempre meglio mettere le mani avanti. Intanto ci auguriamo che i lavori di bonifica non siano una copertura per ben altro tipo di lavori.

di Redazione Basilicata24


http://basilicata.basilicata24.it/cronaca/giallo-trisaia-4339.php


mercoledì 13 giugno 2012

PRONTO SOCCORSO SENZA PERSONALE A POLICORO



Pronto soccorso senza personale


La struttura di Policoro, seconda in regione, con soli 3 infermieri e 5 medici
In caso di ricoveri d’urgenza concomitanti, a causa dei tagli, si rischia di non garantire il servizio
Un pronto soccorso a Cinque stelle, il secondo per grandezza di tutta la regione, in grado di erogare prestazioni compatibili con l'enorme popolazione per cui è stato concepito, su cui l'Azienda sanitaria materana ha recentemente investito fior di quattrini, ma oggi mandato avanti da personale ridotto al lumicino. Tanto che,in caso di numerosi ricoveri concomitanti, potrebbe non essere garantito un servizio efficiente. L'ennesimo paradosso della sanità materana riguarda il modernissimo presidio, inaugurato un anno fa presso l'ospedale “Giovanni Paolo II” di Policoro. Diamo un po' di numeri, per rendere meglio l'idea: Il Pronto soccorso di Policoro si estende su mille metri quadri,  suddivisi tra 1 “Sala Triage”, dove viene valutata la gravità del ricovero per assegnare una priorità d'intervento in base al codice cromatico. La Triage è suddivisa a sua volta in due stanze, una di valutazione, dove il personale medico si avvale solo di un pc ed una di primo accertamento, con elettrocardiogramma ed altri strumenti di soccorso immediato. Poi c'è l'Energency Room, una Sala di isolamento, dove si dovrebbero ricoverare
i pazienti a rischio di contagio immediato, spesso utilizzata (impropriamente) per le visite. Tre sale destinate alle visite e quattro Posti di Osservazione breve (Ob), ubicati in due stanze distinte. Una struttura davvero d'eccellenza, dotata di apparecchiature all'avanguardia, che nel 2011 ha erogato 27mila prestazioni, mantenendo il trend invariato anche per il 2012, in quanto ad oggi si registrano già 12mila prestazioni. E' come avere una Ferrari da 350 cavalli senza un numero adeguato di piloti per farla correre al massimo; anzi rischiando di sovraccaricare quelli disponibili, fino al rischio di far uscire l'auto fuori strada, con danni al mezzo ed a chi lo guida. Una metafora semplice, ma molto appropriata per definire il Pronto soccorso più attrezzato della provincia di Matera, divenuto punto di riferimento non solo per il Metapontino ed il suo straordinario carico antropico estivo, con una popolazione che nella bella stagione quadruplica i suoi numeri. In più Policoro è divenuto, giocoforza, un punto di riferimento anche per la Calabria jonica, da quando il presidio ospedaliero di Trebisacce (Cs) ha ridotto notevolmente la sua attività, e per la Collina materana, da quando i due ospedali di Tinchi e Stigliano sono divenuti presidi distrettuali di cura, senza Rianimazione e Pronto soccorso attivo. Ad oggi, in questa grande e nuova struttura, lavorano tre unità infermieristiche, cinque medici e un solo Operatore sanitario, quando servirebbero almeno 4/5 infermieri, 8 medici ed almeno 3 Oss. Davvero pochi, per garantire un servizio efficiente e sicuro, considerando che si ha a che fare con la vita umana. La risposta dell'Azienda sanitaria materana è stata di non rinnovare gli incarichi in scadenza a maggio scorso, tanto da indurre il sindacato Nur- Sind a presentate un esposto alla Procura della Repubblica di Matera, per potenziale abbandono di incapace. A farsene estensore è stata l'infermiera del NurSind, Patrizia Ferrari Fiore, che parla al Quotidiano di un servizio «non in grado di garantire l'assistenza a tutti i pazienti. Bastano pochi ricoveri contemporanei (piuttosto probabili soprattutto in estate) e si potrebbero verificare vuoti di assistenza. Se un'infermiera -racconta Ferrari Fiore- è costretta ad allontanarsi temporaneamente da un paziente per assisterne un altro, e quello lasciato solo cade, batte la testa e muore, chi ne risponde? Intanto l'afflusso al Pronto soccorso va via via aumentando, anche a causa della rimodulazione della rete ospedaliera, sia della Basilicata che della limitrofa Calabria, nonché dell'avvicinarsi delle stagione estiva. Ma la carenza è ormai presente in tutti i reparti, in alcuni come ad esempio Pneumologia, i turni sono fatti giorno per giorno. Poi c'è la carenza di personale di supporto (Oss), in tutti i raparti, con un solo operatore a turno e, durante la notte a Policoro, vi è solo l'Os del Pronto soccorso in tutto l'ospedale. Poi ancora Postazioni del 118 inidonee ad ospitare il personale sanitario, a Tinchi la postazione senza finestre è invasa da scarafaggi e topi. Tutte queste problematiche sono state più volte segnalate -conclude- e addirittura, per la questione del Pronto Soccorso, è stata fatta una denuncia alla Procura della Repubblica, ma ad oggi nulla è cambiato». Una situazione che, spesso, finisce in problemi di pubblica sicurezza, quando i parenti delle persone ricoverate perdono la pazienza ed aggrediscono il personale medico, ritenuto colpevole di ritardi nel soccorso dovuti, invece, alla cronica carenza di unità. «Tante volte -conclude Ferrari Fiore veniamo accusati di essere incompetenti, aggrediti anche fisicamente senza la possibilità di chiedere aiuto alle guardie giurate, ridotte anche loro al minimo. In tante circostanze avremmo voluto chiamare i carabinieri, ma non lo abbiamo fatto solo per comprensione e spirito di collaborazione con chi si lamentava di una situazione oggettiva». I paradossi dellagestione finanziaria della sanità materana.
a.corrado (quotidiano della Basilicata)

mercoledì 6 giugno 2012

ASM: I VERTICI SI AUMENTANO GLI STIPENDI MA TAGLIANO LA NAVETTA PER GLI ONCOLOGICI


I vertici Asm non sentono la crisi
I vertici dell'Asm si sono aumentati i compensi per un totale di 18.483 euro in più all’anno
06/06/2012 Un aumento lordo di 18.483,50 su base annua. E' la cifra che viene fuori sommando il contenuto degli aumenti previsti per i vertici apicali della Asm. La cifra, al lordo, è quella che dovrà essere pagata in più dall'azienda sanitaria del materano secondo quanto previsto in una determina, la 1268, della stessa Asm datata 23 maggio 2012 che tratta della “rideterminazione dei compensi di direttore generale, direttore sanitario ed amministrativo e collegio sindacale”. Un provvedimento rigoroso nel rispetto e nell'applicazione della norma e rideterminazione dei compensi in base all'aggiornamento annuale dei prezzi Istat al consumo che nel 2010 è dell'1,6 per cento ed ai contratti della dirigenza medica.
Nella determina vengono aumentati i compensi non solo del direttore generale, sanitario e amministrativo ma anche del presidente e degli altri quattro componenti del collegio sindacale. L’effetto è retroattivo a far data dal 1 gennaio 2012 per cui i conti sui costi all’Asm su base annua sono molto più semplici. Nello specifico lo stipendio del direttore generale passa, su base annua da 149.121,48 a 155.045,65 euro con un aumento di poco meno di seimila euro. Quelli del direttore amministrativo e del direttore sanitario passano, sempre su base annua, da 119.297,16 a 124.036,52 con un aumento di poco inferiore ai cinquemila euro annui lordi. Così come a 14.884,38 viene fissato lo stipendio annuo del presidente del collegio sindacale con un aumento di poco più di 700 euro e a 12.403,65 viene fissato quello degli altri componenti del collegio con un aumento di poco meno di 600 euro.
Alla base del provvedimento nello specifico vi è la legge regionale del 4 febbraio 2003 che spiega chiaramente come “il trattamento economico da attribuire al direttore generale delle aziende sanitarie, non può eccedere il 90 per cento del compenso massimo previsto salve le rivalutazioni da effettuarsi in base all'incremento percentuale delle retribuzioni riconosciute alla sottoscrizione del nuovo contratto collettivo di lavoro della dirigenza medica e veterinaria e comunque all'aggiornamento annuale in misura pari alla variazione Istat dei prezzi al consumo rilevato nei dodici mesi precedenti”.
Sin qui il fatto che siamo riusciti a verificare non tanto attraverso il sito dell'Asm (la determina viene riportata ma non è accessibile se non attraverso una parola chiave così come succede per molti altri provvedimenti) ma attraverso una puntuale verifica del provvedimento emanato dalla stessa azienda. Naturali ne conseguono a questo punto alcune valutazioni. Innanzitutto di ordine generale e che possono sembrare banali e scontate ma che, in casi come questi, sorgono spontanee. Evidentemente la crisi generale non colpisce tutti quanti ed altrettanto evidentemente anche i tagli alla sanità non riguardano tutti quanti ma solo alcuni. E' una questione di priorità e di opinioni, la priorità può essere il taglio dei servizi di vigilanza in via Firenze, il taglio di una navetta che porta i malati al Crob di Rionero oppure la rinuncia ad un adeguamento, previsto e sacrosanto, per dirigenti di un'azienda sanitaria che viaggiano sopra i 100.000 euro annui se proprio vogliamo mantenerci bassi. Noi le idee sulle priorità ce le abbiamo ben chiare ed a quanto pare anche l'azienda sanitaria del Materano, purtroppo però sul concetto di priorità non ci si trova d'accordo. Ma a questo ragionamento se ne aggiunge un altro altrettanto semplice ed è quello della credibilità di una classe politica e manageriale che in un momento di oggettiva crisi generale (per quasi tutti) deve chiedere uno sforzo ed un sacrificio ai cittadini ma per farlo deve essere affidabile, credibile, deve dare il buon esempio. Perché un qualsiasi infermiere o impiegato amministrativo (facciamo l'esempio più semplice che ci viene in mente) dovrebbe sacrificarsi cambiando magari sede di lavoro da Tinchi a Policoro, da Stigliano a Matera se chi glielo chiede si aumenta il proprio già lauto compenso? Come si vede la questione non è di voler fare i conti in tasca a nessuno ma di voler chiedere credibilità nelle scelte e nelle politiche che si vogliono svolgere. Su questo ovviamente non può mancare il richiamo e la responsabilità diretta di una politica che ha certamente scelto gran parte di questi manager per svolgere il proprio compito. E' così che l'assessore Martorano o il presidente De Filippo vogliono portare avanti una politica di tagli e di razionalizzazione della spesa sanitaria evitando che ogni scelta diventi un focolaio su cui impantanare i tentativi di riforma? Sono queste le domande a cui attendiamo, e stavolta dovranno essercene, risposte da cittadini e da osservatori. Altra cosa sarebbe invece esserci sbagliati: la crisi non esiste ma è solo nella nostra mente, la gente va avanti senza problemi, il buco da 40
milioni   di cui 24 solo per la Asm sono una nostra fantasia ed i tagli a vigilanza e trasporti (probabilmente i primi di una lunga serie) non esistono. Se così è, se ci siamo sbagliati ed allora chiediamo scusa. 
Abbiamo i migliori manager che ci sono e che si meritano un aumento anche se così misero. Purtroppo così non è anche se pare concreto il rischio che qualcuno confonda la realtà con la fantasia.

mercoledì 30 maggio 2012

IL "BIG ONE" SULLA FAGLIA DI CASTROVILLARI? E' SOLO UNA QUESTIONE DI TEMPO


«Il big one? E' solo questione di tempo»
Harabaglia dell’Unibas rilancia l’allarme: «La previsione dei russi attendibile al 70%». Il ricercatore triestino sui rischi della faglia di Castrovillari: «Troppo ferma, candidato primario per un sisma catastrofico»
«Il big one? E' solo questione di tempo»30/05/2012 POTENZA - «Prima o poi» il big one, come lo chiamano i californiani, sulla faglia di Castrovillari ci sarà. E’ questione di tempi, geologici e mica per scherzo, che vuol dire molto ma molto difficili da misurare. In pratica con gli strumenti attuali è impossibile, ma uno studio dell’Accademia delle scienze russe ha lanciato un’allarme che da almeno un mese a questa parte sta animando la comunità scientifica e non solo. Si parla di un evento catastrofico che potrebbe realizzarsi nel sud Italia di qui a due/tre anni al massimo. Oltre quel termine la previsione perde di valore scientifico, perché le probabilità scendono in maniera esponenziale. Le faglie restano al loro posto con tutto il potenziale distruttivo che si portano dietro. Ma si torna nel campo delle possibilità. Le probabilità sono un’altra cosa.
Paolo Harabaglia è un ricercatore di scienza dei terremoti dell’Università della Basilicata. Seguendo questa sua passione è arrivato a Potenza da Trieste, dove è stato allievo del professore Giuliano Panza, capostipite degli eretici della sismologia italiana. «Loro» sono quelli che non credono ai dogmi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, agli assoluti della scuola bolognese che è l’anima scientifica dell’istituto, e a proposito del terremoto in Emilia non vanno troppo per il sottile. «Si sono fatti cogliere tutti di sorpresa. Non consideravano quell’area pericolosa, e si badi bene che per i bolognesi dell’Ingv è un po’ come il cortile di casa. Qualcun altro invece aveva previsto che nel nord Italia sarebbe successo qualcosa. (legge una mail firmata dal professor Panza, dal professor Vladimir Kossoborokov più altri, ndr). L’allarme era scattato il 1 marzo e l’evento annunciato come probabile era di magnitudo 5,4 o superiore».
Vuole dire che adesso i terremoti si possono prevedere?
«La legge mi dice che non si possono prevedere, ma è da un po’ che all’International Centre for Theoretical Physics (Icpt) e dall’Università di Trieste si sta mettendo alla prova un algoritmo elaborato in Russia per la previsione dei terremoti più piccoli sul territorio italiano. E’ presto per dire quanto è attendibile. Se a Ferrara ha funzionato, a L’Aquila per esempio ha toppato di dieci chilometri: c’era un allarme ma veniva indicata un’area poco distante. Per me è una previsione solo formalmente sbagliata, eppure è stata registrata come un insuccesso, un falso allarme. Anche il presidente dell’Ingv Stefano Gresta, ha annunciato due giorni fa che stavano sperimentando un algoritmo di previsione che relativamente alle zone colpite dell’Emilia dava una certa probabilità del verificarsi di un terremoto di magnitudo superiore a 4 o a 5.5 nelle 24 ore successive. Ha detto del 28% di probabilità per un sisma di magnitudo 4 e dell’1% per la magnitudo 5.5 aggiungendo che avrebbe passato quei dati alla protezione civile e mettendo in guardia da chi fa allarmismo e per quali fini. Ora a Gresta rispondo che se questi sono i risultati, propongo la chiusura dell’Ingv. Non dimentichiamoci che fra i morti di oggi (ieri per chi legge, ndr) c’era un rilevatore di agibilità che si era avventurato in un capannone in quanto ovviamente con parole così tranquillizzanti nessuno si sarebbe dovuto preoccupare».
Gresta replicava al direttore dell’Enea di Bologna, Alessandro Martelli, che con Kossobokov e Panza parla di un evento almeno di magnitudo 7,5. Di che cosa si tratta?
«Stiamo parlando di un terremoto molto grosso che potrebbe avvenire in un’area che va in pratica da Tunisi a Durazzo, o potrebbe non avvenire. Quella di Kossobokov è una tecnica che funziona, funziona bene, ma con dei limiti. E’ stata sviluppata su richiesta delle compagnie assicurative dal professor Keilis Borok, sempre dell’Accademia di scienze russa poi Americana e persino Pontificia, solo per menzionare due dei suoi tanti titoli onorari, nonché fondatore dell’Istituto internazionale per la previsione dei terremoti di Mosca. Ormai sarà ultranovantenne, ma all’epoca in piena guerra fredda pur essendo russo è stato cooptato dalle compagnie assicurative di mezzo mondo per sviluppare questa tecnica che serve ad orientare i loro investimenti. Se uno sa che in un’area nei prossimi due anni c’è il forte rischio di un terremoto catastrofico, o aumenta i premi delle polizze o non assicura proprio. In Italia non ci si può assicurare contro il rischio terremoto, ma il altri paesi sì. Quella tecnica è stata migliorata da Vladimir Kossobokov con un algoritmo che si chiama “M8” e nasce per prevedere terremoti di magnitudo 8 o superiore. Poi è stata perfezionata e si è arrivati a magnitudo 7,5. Il 70% delle volte l’algoritmo funziona. Potrebbe succedere in Grecia o in Tunisia, o in una di quelle strutture geologiche sommerse che noi non conosciamo, ma entro il 2013 ci sono due possibilità su tre che avvenga un terremoto di magnitudo 7.5 o superiore, e una su tre che non avvenga.
Questi dati vengono sempre pubblicizzati?
«No, questo è uno dei rari casi in cui Kossobokov è uscito allo scoperto ed è andato in televisione. Forse perché in Italia non c’è il problema delle assicurazioni, ma il mio può essere soltanto un retropensiero, e poi perché sicuramente l’Italia non è in grado di gestire una emergenza del genere. Non sono dati pubblici anche perché di solito il rischio è quello di seminare il panico».
Non si può restringere l’area?
«No. Dal punto di vista delle proprietà statistiche statistico il rischio è equivalente per tutta l’area evidenziata. La saggezza comune della comunità geofisica dice che un terremoto ha più probabilità di venire su faglie o luoghi dove ci sono già stati altri terremoti. Questo è abbastanza logico, ma c’è un problema perché ci possono essere dei luoghi dove noi non abbiamo dei dati storici, rimasti indietro in questo ciclo sismico, bloccati, che sono anche più pericolosi. Nella fattispecie se guardiamo dove sono le faglie di tutti i terremoti dei quali abbiamo contezza dall’anno mille in poi, esclusi quelli degli scorsi tre giorni, ci sono tre grandi buchi nell’Italia meridionale: uno che va dalla Maiella al melfitano, un altro che va dal confine basso tra Campania e Basilicata allo Ionio cosentino, e un altro ancora da Messina al catanese (indica la mappa, a destra, ndr). Se uno guarda in particolare la Calabria, poiché il movimento dell’Italia negli ultimi 18 milioni di anni è stato sempre in direzione ovest-est è chiaro che c’è una zona di particolare stress. Il fatto che almeno negli ultimi mille anni se non di più qui non ci sia stato niente mi fa pensare che questo possa essere un primario candidato per qualcosa di molto grosso che sta accumulando molta energia. Ci sono stati una serie di terremotini più piccoli, ad esempio nel 1836 e nel 1998, ma hanno solo sfiorato la faglia principale che è lunga circa 80 chilometri. Degli scricchiolii. C’è un punto in particolare in cui praticamente non c’è sismicità registrata, ed è la zona di Rotonda. L’idea è che se dovesse partire qualcosa potrebbe partire da un posto come questo. Solo che non abbiamo la più pallida idea di quando questa struttura si romperà».
Nemmeno quest’analisi può restringere il campo di Kossobokov?
«Io ho la certezza che in quei tre punti avverranno scosse di questo genere ma non posso assolutamente garantire che questa sarà la volta buona per nessuna delle tre. Si tratta di due modelli non comunicanti. Sono situazioni con un potenziale molto alto, ma non è detto che alla fine saranno quelle che il sistema preferirà. Piuttosto servirebbe una grandissima cautela delle autorità di protezione civile nel preparare il Paese a rispondere a questi eventi. E’ chiaro che ormai dati i tempi non si può pensare di influire sulla vulnerabilità dell’abitato, ma studiare molto attentamente come gestire le varie strutture sanitarie nelle varie aree del paese è un qualcosa che dovrebbe essere fatto. Andrebbero messi a punto dei piani molto seri di gestione dell’emergenza sanitaria così che tutti gli ospedali sappiano quello che possono fare e come intervenire nel caso in cui parecchi degli stessi ospedali venissero messi fuori uso. Andrebbe stabilito con grande precisione lo stato delle infrastrutture viarie e ferroviarie per sapere su cosa si può contare e su cosa non si può contare. E andrebbe educata la gente a come ci si deve comportare in caso di un potente terremoto».
Altri modelli non ne esistono? Tipo il radon del famoso tecnico dell’Aquila?
«Quelle sono sciocchezze nel senso che segnalano delle condizioni necessarie ma non sufficienti, e comunque non danno la possibilità di vedere le cose con precisione. Tanto per dirne un’altra: nei giorni precedenti al terremoto dell’Aquila un pozzo sul Vulture ha cambiato temperatura passando dai 16 a oltre 30 gradi e la temperatura ha cominciato a ridiscendere nei giorni immediatamente successivi al terremoto. Questo cosa significa? Significa che il fenomeno - chiamiamolo precursore - si osservava a duecento chilometri dal terremoto. Significa che questi fenomeni possono dire magari su una scala temporale diversa, che comunque non siamo ancora in grado di leggere, che c’è un qualcosa che si sta avvicinando. Ma dove non si sa. Questo stesso pozzo qualche anno prima aveva avuto una variazione di temperatura meno evidente per un terremoto che si era verificato in Grecia a circa 1000 chilometri di distanza. Per adesso non ci sono variazioni di rilievo, e non è nemmeno detto che ce ne siano. Poi c’è un fatto: molto spesso i terremoti più rilevanti che hanno colpito il nostro paese negli ultimi cinquant’anni sono stati preceduti da un’aumento di attività di cui l’indicatore migliore a mio avviso è stato proprio la presenza di eventi di magnitudo 4 o superiore. Sfortunatamente per tutti noi, per ogni terremoto di magnitudo 4 o 5 che si potrebbe considerare un precursore ce ne sono altri 50 o 100 che non sono stati seguiti da scosse importanti».


Leo Amato

venerdì 18 maggio 2012

CHI SOCCORRERA' IL 118? - La replica del sindacato



La Fials118/confsall – ritiene- il Coordinatore Provinciale di Potenza Lorenzo Pace, assolutamente deplorevole,l’articolo sul 118 della Gazzetta del Mezzogiorno pubblicato lunedì 14 c.m.,pur apprezzando la notizia di cronaca, si dissocia a nome di tutto il servizio dal contenuto distorto,e puntualizza quanto segue:
Si precisa che, i numeri 18 e 22 si riferiscono alla sola dotazione organica della Centrale Operativa, 18 il minimo del personale in servizio, 22 l’ottimale .Visto il numero attuale di sole 18 unità che, con le ferie estive diventano ancora meno,la risposta alle chiamate d’emergenza sarà effettuata da solo 2 operatori per turno su tutto il territorio per la gestione delle emergenze/urgenze,a discapito di quanto disciplinato dalla L.R. 3 Agosto 99 n°21,che prevede n° 3 operatori per ogni singolo turno di servizio con rapporto pari a: 1 unità ogni 200.ooo abitanti.
Si precisa che, il perdurare della grave carenza d’organico,si protrae da tempo memorabile risalente alla stessa attuazione del servizio 118, e che, conseguono numerose chiusure a turno delle PTS(Ambulanze)nei vari e dislocati comuni della provincia di Potenza.
Si precisa che, lo straordinario prodotto dal 118 viene sì pagato,ma in modo non corretto e poco puntuale generando ansie e malcontento tra chi con spirito di sacrificio è dedito al servizio.
Si precisa che, le dichiarazioni del Direttore Mileti non sono contro le lavoratrici in gravidanza, ma a loro piena tutela ed incolumità fisica,tenendo sempre presente le esigenze del servizio,quindi riferendosi a diversa collocazione nel pieno rispetto delle parti.
La Fials118 viste le condizioni precarie e il malessere persistente tra gli operatori nell’ambito della 
Provincia di Potenza ha invitato più volte la Direzione Generale dell'ASP a confrontarsi su queste annose tematiche,ma con rammarico e senza polemica,sottolinea la scarsa attenzione riversa sul 118 da più fronti,Amministrativi,Politici,ed infine mediatici. 
Lo stato di malessere- conclude il Dirigente della Fials118/Confsal Lorenzo Pace- è fortemente percepito tra i lavoratori ed è necessario un serio confronto per un “deciso cambio di rotta” oltre alla doverosa assunzione di responsabilità nei confronti dei lavoratori, che con la loro professionalità e spirito di abnegazione, erogano un'assistenza di qualità ai cittadini-utenti della Regione della Basilicata. La scrivente O.S., si riserva di intraprendere tutte le azione di protesta al fine di ricevere risposte concrete.
https://www.facebook.com/fials118potenza

lunedì 14 maggio 2012

BASILICATA: CHI SOCCORRERA' IL 118?



POSTAZIONI DEL 118 APERTE A SINGHIOZZO E TEMPI DI INTERVENTO CHE SI ALLUNGANO....................


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/basilicata/

mercoledì 18 aprile 2012

BASILICATA - CLIMA DA SALOON AL CONSIGLIO REGIONALE



Attacchi al limite della rissa. L'esponente dell'Api le canta a Folino (assente). Faccia a faccia durissimo tra Pagliuca e l’esponente dell’Mpa sui Consorzi
Clima da saloon 
al consiglio regionale18/04/2012 POTENZA - La tensione ieri si tagliava a fette a via Verrastro. La seduta di consiglio regionale è stata infatti contraddistinta da un nervosismo in certi momenti davvero eccessivo.
Urla, faccia a faccia quasi ci si trovasse in un bar e non nella massima assemblea legislativa regionale, accuse, richieste di dimissioni e risposte piccate hanno riempito per la tutta la giornata il taccuino del cronista. E in estrema sintesi tre sono stati i casi più accesi. Prima Singetta che ha criticato Folino con Mollica che ha fatto notare che lo stesso Folino avrebbe dovuto dimettersi da presidente.
Poi lo scontro verbale accesissimo tra Pagliuca e Mollica sul rinvio dell’ordine del giorno sui
Consorzi di bonifica. E infine le dichiarazioni di Romaniello sulla trasparenza dei concorsi pubblici in cui lo stesso consigliere regionale di Sinistra ecologia e libertà ha parlato del ricorso alla Magistratura.
Il primo momento di tensione c’è stato comunque durante la discussione in merito al progetto di legge presentato dal consigliere regionale dell’Api, Alessandro Singetta che riguarda la modifica del regolamento sulle doppie indennità. In buona sostanza Singetta ha ripreso il punto della discussione da dove si era conclusa la scorsa volta. E cioè dai giudizi che il presidente del consiglio regionale, Vincenzo Folino (ieri assente ai lavori consiliari) aveva espresso sulla proposta di legge di Singetta.
E l’esponente dell’Api deve aver pensato molto a quelle frasi tanto che ieri ha aperto il proprio intervento leggendo le frasi dette due settimane fa da Folino: «Io sono un modesto contadino, se vuole che le dica di più lei, come avvocato, avrebbe dovuto scrivere un testo di legge molto più preciso».
Singetta oltre che consigliere regionale è anche uno stimato avvocato. Ed è evidente che si è sentito “offeso”. Da qui le conclusioni di ieri dello stesso Singetta: «Mi esimo evidentemente da qualunque polemica, che se io dovessi dire come il presidente Folino rappresenta tutti i lucani, non soltanto evidentemente gli avvocati, si potrebbe fare una lunga discussione, comunque ribadisco le inappropriatezze e l'infondatezza delle sue valutazioni». Frasi che non sono passate inosservate al consigliere regionale del Mpa, Franco Mollica che intervenuto subito dopo ha aggiunto: «Sinceramente dopo le parole che ho sentito il presidente Folino, si dovrebbe dimettere. Perché oltre a rappresentare questo Consiglio e così come viene rappresentata l'intera comunità, credo che il presidente Folino, da quelle parole che ho sentito dovrebbe dimettersi, dovrebbe dimettersi». Ripetuto due volte. A quel punto è stato il presidente della giunta De Filippo a chiedere di abbassare i toni.
E così è stato seppur con i nervi a fior di pelle. Per la cronaca poi la proposta di Singetta (solo uno dei due articoli) è stata approvata all’unanimità. Il testo approvato dall’aula prevede che, nel caso in cui un consigliere regionale venga eletto, nel corso del suo mandato, alla Camera o al Senato, la corresponsione dell’indennità sia sospesa automaticamente dal momento della proclamazione degli eletti. Successivamente è stato approvata la proposta dei consiglieri Navazio (Ial), Falotico (Plb) e Mollica (Mpa), inerente le norme per l’accesso e la trasparenza in materia ambientale.
Ma la “pace” in consiglio è durata poco. Perchè alla discussione della proposta di legge di Enrico Mazzeo Cicchetti dell’Idv sulle disposizioni in materia di trasparenza dell’amministrazione regionale nei concorsi pubblici di nuovo i toni si sono alzati. La questione della trasparenza dei concorsi pubblici ovviamente è tema delicato. E anche in questo punto all’ordine del giorno non sono mancati i “siparietti”. Alla fine Mazzeo Cicchetti, ha accettato di rinviare la proposta in commissione consiliare competente ma fissando un limite di tempo in 30 giorni. Critico durante il dibattito è stato Romaniello, oltre che Mario Venezia del Pdl, che ha sottolineato come i cittadini lucani siano sempre più scoraggiati e sfiduciati e ha parlato anche di ricorsi alla Magistratura.
Ma il “bello” doveva ancora venire. Perchè c’è stato poi l’intervento del capogruppo Nicola Pagliuca che in pratica ha chiesto l’inversione dell’ordine del giorno per permettere di discutere dei Consorzi di bonifica «a meno che il presidente della giunta non faccia dichiarazioni in merito». In buona sostanza Pagliuca spiegando che la discussione doveva servire a togliere dubbi sulla volontà della giunta di continuare nel Commissariamento dei Consorzi di bonifica, ha chiesto a De Filippo preventivamente chiarimenti.
Da parte sua De Filippo ha dichiarato: «La cosa che dispiace di più è che siano stati esposti in questi mesi nomi e cognomi ripetutamente, anche sulla stampa che ovviamente fa il suo mestiere. E rendere questa attività della stampa un'attività incisiva e rilevante sulla vista istituzionale è di per sé la presentazione di una debolezza dell'istituzione della politica». E poi ha aggiunto: «Stiamo facendo una ricognizione sulla materia ed io non vorrei fare avanzamenti senza tener presente anche il dibattito in Consiglio, farò in modo che ciò non avviene, ma non assumete nessuna decisione che possa essere limitativa di una responsabile autonoma attività di Governo. Solo questo».
Risposta considerata buona da Pagliuca che ha ritirato l’inversione dell’ordine del giorno facendo di fatto slittare la questione di due settimane. Ma a quel punto c’è stata la furia di Mollica che parlato di “inaccettabili” messaggi. Non c’è stato alle accuse Pagliuca e i due hanno iniziato a urlarsi in faccia con il presidente del consiglio che ha sospeso i lavori tra le grida.
Successivamente è iniziato il dibattito sulla legge regionale in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che si è protratto oltre la chiusura del giornale.


Salvatore Santoro


martedì 17 aprile 2012

Petrolio e poltrone. Ora la Cgil va in Procura a Potenza



La nomina del doppio direttore della Sel. Summa denuncia la Regione e il suo “energy provider”
17/04/2012 POTENZA - Si è presentato di primo mattino davanti ai militari delle Fiamme gialle il segretario generale della funzione pubblica della Cgil Basilicata, Angelo Summa. Lo aveva già annunciato venerdì dopo che il Quotidiano aveva evidenziato le anomalie dell’ultima tornata di nomine alla Società energetica lucana e non ha voluto perdere tempo. Adesso spetterà agli investigatori stabilire se ci sia di peggio oltre agli evidenti profili di opportunità dietro a tutta vicenda. Intanto resta in forse persino che il nuovo direttore amministrativo accetti davvero un incarico dimezzato prima, e finito subito dopo al centro di sospetti di questa portata. Una tegola inaspettata sui piani degli uffici di via Anzio per il futuro dell’energy provider della Regione.
Commentando a caldo l’accaduto Summa non aveva usato mezzi termini: «La vicenda del concorso per direttore tecnico alla Società Energetica Lucana rappresenta l’ennesima dimostrazione di come il governo Regionale gestisce la pubblica amministrazione, calpestando le più elementari norme che regolano l’accesso al lavoro pubblico». La sua indignazione si era rivolta in particolare al concorso che ha portato all’assunzione a tempo indeterminato dell’ex direttore amministrativo, l’ingegnere Massimo Scuderi, nell’organico della Sel. L’esito di quella selezione, secondo il bando pubblicato a febbraio dell’anno scorso andava pubblicato nella sezione “avvisi e gare” del sito internet della società, ma a ieri non ce n’era ancora traccia, nonostante il clamore degli scorsi giorni. Quindi la sua proclamazione, in teoria, sarebbe avvenuta proprio venerdì, quando è stata diffusa la nota della Regione per annunciare il rinnovo del management di quello che è riconosciuto come uno dei casi più originali di protagonismo della pubblica amministrazione di fronte alle sfide dell’efficienza e dello sviluppo sostenibile delle fonti di energia, rinnovabili e non.
Un «atto gravissimo» secondo Summa. Con tutta probabilità «l’unico in Italia» aveva aggiunto il segretario, pensando al direttore di una società a capitale interamente pubblico che nel pieno esercizio delle sue funzioni, partecipa a un concorso per direttore tecnico «costruito ad hoc per se stesso». Per il sindacato tutto ciò sarebbe in netto contrasto con le norme che regolano l’accesso al lavoro pubblico, che dovrebbero garantire adeguata pubblicità, imparzialità, trasparenza, pari opportunità di accesso ed estraneità dei componenti della commissione dagli organi di direzione.
«E’ evidente che, a nostro parere, - ha spiegato Summa - sono stati violati tutti i principi di cui all’articolo 35 del decreto legislativo 165/2001 (poi convertito in legge, ndr) e, in particolare, il principio di estraneità in quanto il direttore generale non può certo considerarsi estraneo rispetto ad un concorso in cui partecipa e, tra l’altro, quale unico candidato».
Il segretario sembra sicuro del fatto suo sia quando dice che si è trattato di un concorso ad hoc sia quando dice che Scuderi è stato l’unico partecipante alla selezione. Ma su questo come per il resto non c’è nulla sul sito della Sel che permetta di smentirlo. Di sicuro, se fosse proprio così, qualche dubbio potrebbe venire anche ai più scettici.
Altra anomalia è quella di una selezione per un «ingegnere da destinare a svolgere il ruolo di direttore tecnico della società», con competenze nel trading energetico, nella distribuzione e la vendita del gas naturale, e nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, prima ancora che lo statuto della società prevedesse questa figura. La sua modifica non sarebbe stato un atto necessario se non si fosse trattato di intaccare le competenze del direttore amministrativo, una figura - questa sì - prevista dall’inizio.
Per motivare quanto avvenuto si è provato ad argomentare che l’obiettivo dell’operazione sarebbe stato quello di sottrarre l’operatività della società a scelte di carattere politico come quelle effettuate per la nomina del presidente, dei consiglieri d’amministrazione e del primo direttore, come se da questo discendesse un pregiudizio inevitabile su quanto posto in essere da tutti loro. Eppure, quattro anni fa, l’indicazione di Scuderi era avvenuta così, e per quanto il suo nuovo incarico abbia durata soltanto di cinque anni, anche alla prossima tornata di nomine la Regione non potrà scegliere che tra i dirigenti assunti a tempo indeterminato della società dove a parte lui, vincitore di un concorso ad hoc per quel posto, ci sono solo tecnici iper-specializzati. Ancora adesso, per esempio, è in corso una selezione per un «funzionario laureato in discipline ingegneristiche di Cat. 8 del CCNL Settore Gas/Acqua». Non sarà il vincitore a insidiare la riconferma di Scuderi. Se poi si considera che in tutto i dipendenti della società non sono più una decina, si capisce che la scelta resterà sempre molto ristretta, a meno di non bandire altri concorsi dello stesso tipo. Una scelta tecnica, di sicuro, se si guarda al futuro, ma politica se si guarda al passato. Ad ogni modo un pasticcio molto difficile da camuffare.