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martedì 31 gennaio 2012

Concorso Pubblico + PD = Raccomandati 2 -Acquedotto Lucano-


Concorso Pubblico + PD = Raccomandati 2° Parte


- POTENZA - Questa volta nel mirino ci sarebbero i vertici di Acquedotto lucano spa, la multiutility al cento per cento di proprietà della Regione Basilicata, nata sull’onda delle grandi privatizzazioni, ma rimasta da sempre nell’orbita dei palazzi del potere di via Anzio. Sono una quarantina le persone informate sui fatti convocate negli scorsi giorni dagli uffici della Procura della Repubblica di Potenza. Gli inquirenti vorrebbero vederci chiaro su assunzioni, stabilizzazioni e avanzamenti di carriera, e già si annuncia una nuova maxi-inchiesta sulla pubblica amministrazione. Il punto è proprio in queste due parole: pubblica amministrazione. Benchè la forma esterna di una società per azioni tenda a sviare l’attenzione. Dei criteri adoperati per assunzioni, stabilizzazioni eccetera, come per l’affidamento di lavori, gestioni piccole e grandi, si discute da tempo. Al Quotidiano non era sfuggita una sentenza del Tar che ad aprile ha affermato un principio dirompente per il destino di tutti gli atti compiuti negli scorsi tre anni. Un aspirante al posto di geologo bandito da Acquedotto lamentava di essere stato superato da un candidato che non aveva nemmeno presentato domanda, mentre un altro gli sarebbe stato preferito soltanto per anzianità di iscrizione all’albo, a prescindere dal lavoro effettivamente svolto. I giudici amministrativi gli avrebbero dato ragione stigmatizzando il comportamento della società, non solo al cento per cento pubblica quanto al capitale, ma anche al cento per cento impegnata nella gestione di pubblici servizi. Quando “pubblico” si ripete troppe volte, per farla breve, non si può far finta di nulla e cercare di aggirare le regole di «trasparenza, imparzialità, e - ovviamente - pubblicità» che in casi come questo porterebbero a scelte completamente diverse. Se le cose fossero state fatte a dovere l’aspirante che ha proposto il ricorso sarebbe stato assunto perchè era il migliore, invece è stato superato da altre due persone. Se poi si guarda ai nomi dei tanti che si sono insediati negli uffici di via Grippo, con ruoli tecnici e amministrativi, si fa presto a scoprire una trama di relazioni che arriva dritta ai vertici politici della Regione. Così il sospetto di un sistema di raccomandazioni prende consistenza. Anche gli inquirenti vogliono vederci chiaro. C’è addirittura una data indicativa di partenza: il 6 agosto del 2008, quando è entrato in vigore l’allegato alla finanziaria dell’anno successivo che ha recepito una sentenza della Corte costituzionale di due anni prima. A Roma si erano accorti che qualcosa era andato storto con le privatizzazioni dei servizi pubblici. Così nel caso che le società incaricate fossero al cento per cento pubbliche a loro volta, hanno stabilito che dovessero applicare gli stessi criteri di una pubblica amministrazione.
Ottavio Frammartino
http://www.ottavioframmartino.blogspot.com/2012/01/concorso-pubblico-pd-raccomandati-2.html

BASILICATA, UNA SANITA' DA SBALLO.. Lettera a Martorano


L'inganno - Il testo della lettera all'assessore regionale alla Sanità tramite il Quotidiano della Basilicata di oggi 31.1.2012

pubblicata da Angelomauro Calza il giorno martedì 31 gennaio 2012 alle ore 16.04
Caro Assessore Martorano,
le scrivo un’altra volta. La terza. E stavolta, dopo una precedente accusa e un precedente ringraziamento, è una lettera di scuse.
Sì, mi scuso se mi sostituisco a Lei e a chi dovrebbe fornire corrette informazioni ai cittadini lucani riguardo le prestazioni sanitarie che non so di certo quanto costano alla Regione, ma che di sicuro quotidianamente fanno affluire considerevoli somme nelle casse dell’Ente che le ha conferito a nome e per conto nostro un interessantissimo stipendio per governare la sanità in Basilicata.
Somme queste – mi consenta – che in alcuni casi hanno per noi lucani bisognosi di cure e controlli il sapore amaro di una estorsione. Dell’obbligo della doppia ricetta (che raddoppia gli esborsi per i cittadini, ma non i costi per la Regione) ho parlato nella scorsa lettera. Stavolta voglio invitare i cittadini che devono sottoporsi ad analisi del sangue e delle urine ad aprire gli occhi e chiudere il portafoglio. Ho scoperto quasi per caso che per questo tipo di prestazioni sanitarie non c’è l’obbligo di prescrizione da parte dei medici. Cosa significa? Lei, assessore, lo sa bene, probabilmente i cittadini lucani no, almeno non tutti sicuramente. Allora lo spiego io. Quando con l’impegnativa “rossa” del proprio medico curante ci si reca in un laboratorio privato, ad esempio, per degli esami che costano 39 euro, se ne pagano altri 12 come ticket e 16 per la ricetta. Totale 67 euro. Lo stesso accade se ci si rivolge ad una struttura pubblica: si  pagano sempre e comunque analisi, ticket e ricetta.
Se invece ci si reca presso un laboratorio privato senza impegnativa, e si chiede di effettuare le stesse analisi, si risparmiano 16 euro: non si paga la quota relativa alla ricetta.
Ecco allora, assessore, che viene in ballo la mancata corretta informazione ai cittadini, a tutto vantaggio di soldi in più che entrano nelle casse della Regione, ma in maniera poco corretta, quasi truffaldina. E allora io mi sostituisco a lei e a chi dalla Regione dovrebbe provvedere alla corretta comunicazione esterna e avviso i lucani: “se avete bisogno di analisi del sangue e delle urine e vi fidate di un laboratorio privato, andate con un semplice elenco delle analisi da effettuare: risparmierete così dei bei soldini. Se invece lo preferite, continuate pure a recarvi dal vostro medico e farvi prescrivere come sempre fatto le stesse analisi per poi farle effettuare dove meglio credete, ma sappiate che vi costerà un bel po’ di soldi in più”. Assessore, questo dovrebbe sostanzialmente essere il messaggio corretto che mi aspetto a nome di tanti lucani che venga diffuso dal suo assessorato o, meglio, dal “nostro” assessorato, visto che fino a prova contraria lei è in definitiva solo un “dipendente pro tempore” di noi lucani che pretendiamo chiarezza e correttezza da chi ci amministra.
Scuse fatte, alla prossima, ma intanto… una risposta ai lucani, dopo tre lettere, quando la dà?

Angelomauro Calza

giovedì 26 gennaio 2012

Concorsi pubblici +PD = raccomandato


Concorsi pubblici +PD = raccomandato



L'intervento di ieri del Consigliere Benedetto sul concorso arbea vinto da un dirigente PD , vicepreidente APEA , si riferiva al consigliere uscente di Policoro Franco Labriola. Intanto noi precisiamo che il concorso non è stato vinto , ma Franco ha superato brillantemente due prove , quella scritta e quella tecnico pratica. Ma la questione che pone Benedetto , non è tanto questo caso , ma in generale in basilicata è consuetudine nel PD che i propri dirigenti o familiari siano sempre i più Bravi , eclatanti sono i casi di Casaletto e del fratello di La Corrazza. Voglio ricordare che proprio Restaino in una drammatica direzione regionale , messo sotto accusa per le segnalazioni degli amici nei concorsi arpab questione per cui è sotto indagine , quando chiese ai presenti (tutti i dirigenti pd presenti )che chi non avesse fatto una segnalazione mettesse le mani sul tavolo , tutti , ma proprio tutti ebbero l'accortezza di non farlo e candidamente l'ex sovrano Folino (presidente consiglio regionale ) ammise il vizietto . Ritengo questa una questione grave , una ingiustizia sociale specie oggi dove non vi è nessuna opportunità per i giovani di trovare lavoro , dove i nostri talenti , con tanto di laurea e specializzazione non hanno possibilità neanche di provarci , se non umiliandosi e vendendosi al padrino politico . Ha ragione il consigliere Benedetto quando dice , che a questo andazzo va dato una svolta con meccanismi e metodi trasparenti che garantiscono l'opportunità e selezionino i migliori . Dopotutto il PD è il partito che predica il merito , ma in basilicata ha ereditato il vecchio vizio della segnalazione. La crisi drasticamente riduce queste opportunità . anche per questo necessitano comportamenti e regole che non devono generare nessun dubbio , come il vizietto delle promesse fasulle , quante c'è ne saranno in questa campagna elettorale , ma agli elettori basterà ricordare quelle fatte e non mantenute.

http://www.ottavioframmartino.blogspot.com/2012/01/concorsi-pubblici-e-pd.html

Parentopoli: esiste e riprorremo la Commisione di Inchiesta sulla assunzioni pubbliche


Le cronache politiche di questo ferragosto si sono concentrate sui cosiddetti “privilegi diretti” della “casta” (esistenti da sempre, solo oggi c’è ne ricordiamo), tra cui le pensioni d’oro, e dei privilegi indiretti, riguardanti congiunti, parenti, amici ed affini che riescono a trovare una sistemazione fin troppo facilmente rispetto ai “normali“ giovani lucani. Si è posta l’attenzione anche sulla meritocrazia che non esiste in Basilicata e sulle assunzioni sospette o anche sugli stessi contratti da esperti e di collaborazione, interinali e varie dell’universo del “Potere Pubblico”. ......
......Ad inizio legislatura – primo firmatario Mario Venezia- si propose una mozione (bocciata dal Consiglio) per la costituzione di una commissione d’inchiesta per tutti i concorsi effettuati negli ultimi anni presso la Regione Basilicata, gli Enti Pubblici e le società partecipate; in quest’anno sono seguite molte altre iniziative del Popolo della Libertà sul fenomeno lucano che vede il “Pubblico” quale grande collocatore e selezionatore senza criteri di trasparenza e meritocrazia.  Riteniamo che la Commissione d’Inchiesta fosse una proposta valida, e la reputiamo alla luce di quanto accaduto in questo anno sempre più attuale, tanto che è nostra intenzione riproporla nuovamente in questa settimana. Il sistema esistente in Basilicata è stato creato ed alimentato dai Partiti del centrosinistra, che sta bene alle classi privilegiate ed ai gruppi di potere, ma non sta bene ai cittadini e a chi crede nel Bene Pubblico, qualunque sia la sua filosofia di vita e credo politico. Noi rilanceremo la proposta, ci auguriamo che oggi sia sostenuta da chi crede nella Politica e nella Meritocrazia e desideri scardinare il sistema. Poi, chi ha sbagliato paghi, senza né alibi o giustificazioni ma solo dopo aver accertato i fatti, le responsabilità e le contiguità. Questo solo e soltanto nell’interesse dei lucani e dei giovani lucani, quelli con curriculum e capacità ma senza cognomi o protettori.

Potenza 20/08/2011
                                                                                  Gianni Rosa, Mario Venezia, Mariano Pici
ARTICOLO COMPLETO SU:

https://www.facebook.com/notes/gianni-rosa/parentopoli-esiste-e-riprorremo-la-commisione-di-inchiesta-sulla-assunzioni-pubb/10150348018226675


martedì 24 gennaio 2012

POTENZA_“Visita al cuore? Venga nel 2013”_

POTENZA - I tempi di attesa telefonici sono stati minimi. Tanto quanto la risposta dell’operatore che però ha lasciato veramente spiazzati: “La visita cardiologica? Non abbiamo posto prima del gennaio 2013”. Il 16 gennaio, per l’esattezza. Trecentocinquantotto giorni. L’appuntamento è stato preso anche se per ricordarlo il signor Luciano Bruno non ha potuto neanche annotarlo sul calendario visto che quello del 2013 è introvabile. Dodici mesi per effettuare un elettrocardiogramma e visita cardiologica connessa. Il signor Bruno, 60 anni, di Potenza ma residente a Pietragalla, dovrà portare “pazienza”. Lui che soffre di disturbi cardiologici essendo iperteso oltre a prendere antiaggreganti da oltre due anni, dovrà ricorrere alle proprie risorse mentali e materiali per non crollare di fronte a quanto prospettato dall’ospedale San Carlo di Potenza. Del resto chi si sente prospettare un’attesa di un anno per una prestazione sanitaria ha solo due armi per ricacciare indietro rabbia e frustrazione: pazientare o rivolgersi al privato che magari lo aspetta a braccia aperte e gli assicura la prestazione in un paio di giorni. Il costo amaro della salute.  Se per l’applicazione del ticket sanitario sulle prestazioni tutto è accaduto in breve tempo, per le liste di attesa e il buon funzionamento dell’organizzazione dei presidi ospedalieri la strada è ancora tutta in salita. Colpa dei tagli alla sanità, colpa della cattiva organizzazione dei centri unici di prenotazione, colpa di macchinari vecchi o mal sfruttati? O anche colpa di una montagna di accertamenti diagnostici? Difficile stabilirlo. Certo è che i dati forniti di recente dalla Fnp-Cisl mettono in primo piano una realtà sconvolgente che pone seri interrogativi sull’equità dei servizi erogati (al San Carlo si stimavano 134 giorni per una “prima” visita cardiologica). L’accesso a visite specialistiche, esami clinici e test in ambulatorio erogati dal Servizio Sanitario Nazionale è sempre più condizionato dall’attesa, per chi segue regolari percorsi legati alle prenotazioni, in Basilicata. Tradotto: nonostante riordini, linee strategiche e cambiamenti (più o meno percepibili) al vertice della sanità, il comparto in Basilicata fa segnare il passo rispetto alle liste di attesa, che restano lunghissime.
http://www.nuovadelsud.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1541%3Avisita-al-cuore-venga-nel-2013&catid=4%3Acronaca&Itemid=2

"Assessore Martorano, non si macchi di questo delitto"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

"Assessore Martorano, non si macchi di questo delitto" - Il Quotidiano della Basilicata - 2.1.2012

pubblicata da Angelomauro Calza il giorno lunedì 2 gennaio 2012 alle ore 18.54
Caro assessore Martorano,
Le scrivo oggi, primo dell’anno, perché quest’anno, a quanto pare, vedrà l’ultimo giorno di vita di alcuni importanti servizi erogati dall’Ospedale San Giovanni di Chiaromonte. E probabilmente morrà l’Ospedale stesso. Quindi un giorno, molto presto pare, questi servizi, questo ospedale saranno morti, ma non di morte naturale, no: non saranno più tra noi perché li avrà uccisi lei. Sì, magari lo avrà fatto  perché altri le hanno imposto di farlo, ma questo è di secondaria importanza: il killer porterà il suo nome ed avrà usato la sua mano. E la notizia peggiore è che la trama come in tutti i thriller degni di questo nome recita che ancora la sua opera a quel punto non sarà finita: altre vittime cadranno nella regione per mano sua, manager cui la politica ha affidato il compito di gestire il sistema sanità lucano.
Eppure nel febbraio del 1990, quando aveva appena 22 anni e indossava un curiosissimo paio di occhialini, ancora studente universitario, ma già operava in Confindustria in virtù di un articolo dello Statuto dell’Associazione che prevedeva la possibilità di essere soci solo perché figli di imprenditori, mi rilasciò una intervista pubblicata dal periodico “IL”, (a lato) in cui tra l’altro mi dichiarò di “escludere categoricamente un possibile interessamento alla politica” e che per il suo futuro “voleva creare una sua azienda svincolata da tutto quello che il padre aveva sino a quel momento realizzato”.
Ora io la ritrovo a fare il politico più che il manager, e per di più per grazia ricevuta, non per elezione meritata. Capisco che gli ideali di un giovane ventenne siano fatti di sogni per lo più irrealizzabili (anch’io sognavo da piccolo di essere un giorno assessore regionale alla sanità per potenziare e rendere tutti i piccoli ospedali centri di specializzazione della Facoltà di Medicina), ma deludere così chi le aveva creduto mi sembra troppo. Lei ha prima ricoperto il ruolo di Presidente di Confindustria, e sin qui tutto a posto (o quasi, nel senso che per una anomalia tutta lucana ci si ritrova a ricoprire questi ruoli semplicemente facendo i costruttori, non gli industriali, ma lei non è stato né il primo né sicuramente sarà l’ultimo, quindi transeat); poi ha lasciato perché aveva deciso di candidarsi a Presidente della Regione (o le avevano fatto credere che fosse possibile); quindi, in cambio della sua non-candidatura, le viene conferito dal centrosinistra l’assessorato alla Sanità. Ed ecco una parte di verità di quanto dichiarato nell’intervista di cui sopra: non si interessa di politica, perché altrimenti un minimo di onestà intellettuale le avrebbe quantomeno imposto di dichiarare in anticipo il suo schieramento di appartenenza mantenendo fermo se non un suo ideale, almeno un suo obiettivo. Oppure è esattamente il contrario: lei è un politico fin troppo calcolatore ed ha bluffato vincendo il piatto. Se è così: “bravo”!
 La giunta De Filippo doveva avere al suo interno, così come proclamato, un certo numero di manager. Ed ecco che entra in gioco la sua, di managerialità. Beh, caro assessore, lei che ha dimostrato le sue capacità nel condurre la sua azienda privata, non mi pare che alla fine stia dimostrando nei fatti di fare o voler fare lo stesso nel pubblico, nella mission - trasformatasi in tentativo - di trasformare in meglio la sanità lucana: per la politica dei tagli che sta portando avanti con il beneplacito colpevole (ma studiato a tavolino) del Presidente De Filippo – mi consenta - non c’era bisogno di scomodarla, avrebbe potuto farlo qualunque diplomato, e per molto meno del suo succulento stipendio da manager. Ecco, caro assessore, io voglio solo aprirle gli occhi: si deve rendere conto che in questo momento lei per conto di terzi, sta irritando oltremodo i primi 40.000 cittadini lucani per i quali l’Ospedale di Chiaromonte è di vitale importanza. Lo sta facendo con tranquillità, perché lei in definitiva non li rappresenta e non ha avuto bisogno dei loro voti, e così facendo qualcuno alle sue spalle pensa di poter scaricare su di lei enormi responsabilità personali nella vicenda perché di quei voti è lui a continuare ad aver bisogno, e probabilmente è invece dell’assessore Martorano che non si interesserà più di tanto in futuro. Lei è una persona rispettabile (e difatti io la rispetto), ma come lei lo sono anche questi primi 40.000 cittadini lucani e lei, ne sono certo, non vorrà offenderli mancando loro di rispetto  continuando a non tenerli in nessuna considerazione come sinora sembrerebbe abbia fatto.
Sono certo che si renderà conto come tutti noi ci siamo resi conto di essere in questa vicenda strumento nelle mani di altri: un killer. Forse è una espressione forte, me ne scuso, ma è così. Lei sta giocando con la pelle dei cittadini nel vero senso della parola e senza rendersene conto. Si riabiliti, lei è brava persona: non stia più al gioco, si dimetta, si chiami fuori, o almeno rinunci al compenso per l’assassinio e all’assassinio stesso. Rifiuti questo “sporco lavoro che qualcuno deve pur fare”. Glielo stanno chiedendo anche le centinaia di cittadini aderenti all’apposito gruppo nato su Facebook, glielo hanno gridato durante l’incontro di qualche settimana fa a Chiaromonte, glielo hanno ribadito in mille modi. La gente è esasperata, si vede rapinata e depauperata. Smetta per una volta di fare il manager e faccia il politico: si schieri dalla parte della gente e non del potere.
Vesto immeritatamente i panni del politico vecchio stampo e amichevolmente le auguro buon anno.

domenica 22 gennaio 2012

SE IL RELAX ME LO REGALA L'ASSESSORE MARTORANO



Se il relax me lo regala l'assessore MArtorano - Il Quotidiano del 20 gennaio 2012

pubblicata da Angelomauro Calza il giorno sabato 21 gennaio 2012 alle ore 9.06
Caro assessore Martorano,
l’ultima volta che le ho scritto l’ho trattata un po’ male, stavolta invece per farmi perdonare le scrivo per ringraziarla della bella mezza giornata che mi ha fatto trascorrere a Napoli, con pranzo in riva al mare, vista Castel dell’Ovo, insieme a mia moglie e mia figlia come non mi capitava da tempo. Ancora un grazie quindi prima di passare immediatamente a spiegarle il come  e il perché.
Per problemi miei personali di salute ho avuto bisogno di effettuare “tomo scintigrafia miocardica di perfusione a riposo e sotto sforzo e angiocardioscintigrafia di primo passaggio e all’equilibrio”. Due esami che a Potenza è possibile effettuare solo presso l’Ospedale San Carlo. Ho telefonato al Cup durante le Festività natalizie e mi è stata proposta come prima data utile il 15 di marzo, ed avrei dovuto pagare 133 euro di ticket. Consultato il mio cardiologo, si è ritenuto di provare ad accelerare i tempi rivolgendomi a uno studio convenzionato. E così sono riuscito ad effettuare gli esami presso una struttura di Napoli il 18 gennaio scorso. Al momento della prenotazione telefonica l’operatrice dello studio mi ha raccomandato di far prescrivere i due esami su un’unica impegnativa. Al pagamento del ticket, presso lo studio, la sorpresa (piacevole): solo 56 euro, quasi un terzo della cifra che viene chiesta a Potenza. Non poteva essere, non avevo probabilmente ben compreso le cifre. Allora la mattina successiva ai controlli, il 19 gennaio, ho richiamato il Cup della Asl di Potenza e ho rivolto le stesse domande di una ventina di giorni prima: quando? “il 3 maggio” (fisiologico); “quanto”? 133 euro. Ho chiesto come mai e mi è stato detto che avrei dovuto far redigere la richiesta su due diverse impegnative, una per ciascun esame, ed avrei dovuto pagare 66,50 euro per ogni “ricetta”: totale 133 euro.
Caro assessore, ecco perché la ringrazio: con i 77 euro risparmiati sul ticket ho pagato il carburante necessario al viaggio fino a Napoli, il pedaggio autostradale e, con i due grandi affetti della mia vita, mia moglie e mia figlia, pure una pizza consumata in una delle migliori pizzerie partenopee e per di più in riva al mare. Tutte cose che a Potenza non si trovano, e – si sa – ogni tanto rilassarsi fa bene, è necessario. Grazie, quindi, assessore. Con il suo operato, il suo acume e la sua indiscussa preparazione politica in materia prende due piccioni con una fava: da un lato incentiva il turismo (delle regioni limitrofe), dall’altra regala terapie antistress alle famiglie che possono rilassarsi sia pure per mezza giornata, al di fuori della routine quotidiana, grazie ai soldi che lei gli fa risparmiare aumentando a dismisura i ticket sanitari della sua regione. Grazie. Ah, qualora un giorno dovesse accorgersi che in Basilicata sono in aumento i dati della migrazione sanitaria, non si allarmi, così come non ci allarmiamo noi: la causa è quella sopra descritta. Anzi, ho una proposta: perché non aumenta ulteriormente i ticket? Sa, così facendo ci renderebbe ancora più felici, perché risparmieremmo molto di più e le saremmo eternamente grati dei last minute sanitari che riesce a proporci. Buon viaggio anche a lei.

Angelomauro Calza

venerdì 20 gennaio 2012

Forconi anche in Basilicata?


E' nata da poco una pagina su Facebook per raccogliere le adesioni
di GIANNI CELLURA
BASILICATANegli ultimi giorni abbiamo assistito all'incalzante e dilagante protesta messa in atto in Sicilia con il cosiddetto Movimento dei Forconi. Sul grande social network di Facebook si assiste a una gran mole di commenti sull'iniziativa, dai più supportata ma anche criticata, che sta paralizzando ogni ambito siciliano. Distributori senza carburante, supermercati completamente vuoti, tante le critiche sul fatto che i grandi mass-media italiani ne parlino in modo davvero marginale.
É cominciato l’altro ieri il blocco pacifico di tutta la Trinacria. Tutti i principali porti, le raffinerie e gli snodi dell’isola sono stati invasi; questa battaglia sociale e culturale é già stata battezzata come il movimento delle “5 giornate di Sicilia”.
Tutti i partecipanti, da quanto emerge, non sono di un particolare colore politico, sono persone comuni, vittime di una situazione sociale non più sopportabile; ciò che sta avvenendo è l'attuazione di proteste e blocchi pacifici autogestiti e organizzati soprattutto tramite il web. Tanti i blog che ne parlano, tanti i gruppi e gli eventi creati su Facebook e soprattutto emerge che il movimento siculo sta prendendo piede anche in altre regioni. Pare infatti che da domani partirà un altro blocco in Calabria così come riporta la pagina relativa che conta già qualche centinaio di iscritti e che pubblichiamo di seguito "Domani alle ore 9.00 il movimento dei Forconi della Calabria attuerà il blocco del lato nord della città di Crotone altezza rotatoria fra la 106 e la 107 in località Passo Vecchio. Nel prosieguo della protesta-proposta contiamo di chiudere alla circolazione anche il lato sud. Fatto salvo varchi per i mezzi di soccorso. Nello specifico ricordo a tutti che non saranno tollerate sigle sindacali o partitiche di qualsivoglia natura concubine del sistema e che ci hanno portato alla situazione attuale."

E in Basilicata? 
Se è vero che l'insieme di proteste è partito dal sud è anche vero che sta prendendo forma in altre regioni italiane del centro-nord. In Basilicata, invece, si parla da qualche ora di organizzare un movimento dei forconi tutto lucano. Dalle prime reazioni già si evince un certo interesse ma anche una certa incredulità. La pagina del Movimento dei forconi della Basilicata è raggiungibile da questo link:
http://www.facebook.com/pages/Movimento-dei-Forconi-della-Basilicata/364630500219962 e nel giro di pochi minuti conta già una cinquantina di iscritti. "Per adesso occorre far numero prima di poter organizzare qualunque cosa" appare così scritto sulla bacheca.
Seguiremo da vicino l'evolversi di questa situazione. Seguiranno aggiornamenti.

Gianni Cellura

http://www.sassiland.com/notizie_matera/notizia.asp?id=14258&t=un_movimento_dei_forconi_anche_in_basilicata

lunedì 16 gennaio 2012

SCREENING CERVICO-UTERINO vetrini rimasti nello scaffale per più di qualche mese accumulando ritardi «ingiustificabili». Al San Carlo...


I medici del San Carlo si difendono, troppo lavoro!
SCREENINGHa destato stupore, sgomento e anche senso di smarrimento la vicenda dei vetrini (contengono i materiali organici da analizzare al microscopio per la diagnosi) dello screening cervico-uterino che coinvolge ogni anno circa 40.000 donne lucane; Sono rimasti nello scaffale per più di qualche mese accumulando ritardi «ingiustificabili» Una brutta storia di disorganizzazione che circa 3 mesi fa ha visto l'intervento di una commissione, insediata dall'assessore alla sanità Attilio Martorano, che dovrebbe fare chiarezza. È partito tutto dalla denuncia di un quotidiano regionale che ha svelato la «macagna» Lo screening rappresenta per la Basilicata un punto di vanto che più volte la dirigenza politica e sanitaria hanno rappresentato per dare l'idea della loro gestione evoluta e professionale per la la sanità di qualità. Ed è vero che così vengono considerati dal mondo scientifico mondiale gli screening, che offrono la possibilità di attuare la prevenzione primaria che aiuta a individuare spesso sul nascere una serie di malattie gravi, come i tumori. Ed è l'arma migliore di cui dispone oggi la medicina per sconfiggerli. Presi sul nascere sono in percentuale elevatissima più curabili. La Basilicata ne ha organizzati parecchi: della Mammella, del colon-retto e appunto quello cervico uterino. Proprio per questo ha destato sgomento la notizia dei vetrini rimasti non analizzati. Che senso avrebbe professare e organizzare gli screening che hanno la missione di anticipare l'evolversi delle malattie in una grande fascia di popolazione se poi ci si perde nella parte essenziale: la diagnosi? Le voci sulle responsabilità dei ritardi sono ricadute sui medici delle anatomie patologiche dell'ospedale San Carlo di Potenza e del Crob-Irccs di Rionero; Che avrebbero messo in atto uno sciopero bianco di protesta senza che la dirigenza ne fosse stata avvertita. Da qui l'intervento dell'assessorato e dell'ordine dei medici della provincia di Potenza. A difesa dell'operato dell'anatomia patologica dell'ospedale San Carlo di Potenza si è schierato il dottor Domenico Desanctis, che l'ha diretta fino al suo pensionamento avvenuto a maggio dell'anno scorso. Lui la situazione la conosce bene sia perché vi ha lavorato come primario per moltissimi anni, sia perché ancora oggi tiene i contatti con l'ospedale per le ultime pratiche o per spiegare atti da lui firmati, visto che il reparto è retto da una dottoressa facente funzioni. Da buon padre di famiglia, Desanctis tiene prima di tutto a sottolineare che il personale rimasto è davvero esiguo per la mole di lavoro che deve affrontare; Oltre lo screening: 4 medici e un biologo «Fra l'altro, rispetto ad altri ospedali della regione - ha detto Desanctis - al San Carlo si fanno molti esami post intervento che richiedono maggiori procedure» Poi elenca le mancanze alle quali oggi il personale è costretto ad adeguarsi per svolgere il suo lavoro. E l'elenco è lungo. A partire dalle attrezzature vecchie e in qualche caso fatiscenti: alcune sono addirittura di decenni fa. Per finire alla sicurezza degli operatori, che secondo l'ex direttore dell'anatomia patologica, non viene garantita come sarebbe il caso avvenisse. A esempio porta le cappe dell'aspirazione fondamentali per garantire la buona qualità dell'aria nei laboratori (compromessa dai prodotti utilizzati, inquinanti e pericolosi per la salute), che non hanno la dovuta manutenzione. Per poi arrivare all'organizzazione per eseguire gli esami. Al San Carlo, contrariamente a quanto avviene al Crob per il quale gl'investimenti in questo senso sono stati cospicui, gli esami vengono ancora tracciati manualmente. Si scrive il nome del paziente a mano sul vetrini con una matita. E l'errore umano è sempre dietro l'angolo. Può capitare l'errata trascrizione dei molti numeri o la loro cancellazione. Se si adottassero i sistemi moderni, come il codice a Barre, utilizzato all'anatomia patologica del Crob, questi potenziali errori sarebbero drasticamente ridotti. Insomma una situazione davvero difficile da comprendere in un ospedale che i politici e i dirigenti amano definire di Rilievo Nazionale, ma in qualche caso dai metodi antichi che possono creare inconvenienti agli utenti. Da qui, secondo l'ex primario, i ritardi sulla lettura dei vetrini. E spiega che la disponibilità data dal reparto era per la lettura di 155 vetrini la settimana per lo screening cervico uterino. Invece glie ne venivano e vengono consegnati più di 600. Pare che dal reparto abbiano fatto sapere alla direzione dell'ospedale della loro difficoltà di far fronte all'attività ordinaria, al netto di quella legata allo screening, ma che nessuno sia giunto in loro soccorso. Da qui si spiegherebbero i ritardi nella lettura dei vetrini, che vedrebbe nei medici il capro espiatorio della situazione. Invece per gli operatori sarebbe piùttosto da addossare alla disorganizzazione o alla mancanza di personale e di mezzi. Per questo fatto e per altri avvenuti, sono in molti a dedurre e immaginare che nella sanità della regione sia scritta la strategia che vede cambiare vestito, ambientazione e allocazione, di una serie di servizi. Ma che la sostanza e gli attori restano gli stessi.


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lunedì 9 gennaio 2012

OSPEDALI E TAGLI - DOPO VENOSA, A CHI TOCCHERA' DOMANI?


Certamente il Presidente De Filippo è un politico “che ascolta tutti ed è sempre disponibile ad ascoltare i cittadini anche i venosini”, questa tra le tante frasi che sono echeggiate durante la conferenza stampa di questa mattina. Personalmente credo, che come da prassi, De Filippo sia disposto ad ascoltare i cittadini, ma dubitiamo che alle parole seguano fatti e atti positivi. Per adesso si nota solo un gioco di parole con la cosiddetta “rimodulazione” invece di utilizzare il giusto lemma ovvero “Ridimensionamento dell’Ospedale di Venosa”; senza giri e senza usare eufemismi. Domenica ho partecipato alla manifestazione per la difesa della struttura sanitaria, non ero solo ovviamente, assieme a centinaia di cittadini dell’area, ai sindaci, ai consiglieri comunali, e assieme ai miei colleghi di partito on. Taddei, i consiglieri regionali Venezia e Napoli. Lungi da me un intervento dai toni polemici per poter cavalcare l’onda di un legittimo sdegno popolare che si percepiva e si provava nella cittadina oraziana; però era una atmosfera carica di tensione che prima o poi sarebbe scoppiata; ieri a Venosa domani e dopodomani in qualche altra cittadina dove vi è un presidio sanitario. Capiterà, senza essere facili profeti, capiterà perché le cause sono nell’assoluta mancanza di strategia del governo regionale in ogni settore pubblico, tranne nel dividere poltrone, enti ed incarichi poiché lì sono straordinari esperti. Tutto questo nasce in un settore che assorbe oltre un miliardo di euro all’anno ed è in perenne deficit, anche se il Presidente De Filippo e l’Assessore Martorano si vantano che la Sanità lucana non abbia mai avuto commissariamenti governativi e superato le soglie del default; ma questo è successo dovuto solo a giochi finanziari e iniezioni di soldi del petrolio, mentre sui dati qualitativi si è nella mediocrità e per la gestione amministrativa si è nel perenne indebitamento. Ieri a Venosa, domani in altre località, ci troveremo altre manifestazioni simili che purtroppo faranno il gioco dell’oligarchia regionale grazie ad una scientifica strategia di ridimensionare a pezzi e a tappe le strutture ospedaliere lucane ma senza però avere un orizzonte preciso, un progetto di governance. Lo definisco scientifico perché faranno passare ogni protesta quale singolo malumore di una determinata esigenza localistica, minimizzando così il disagio vero e camuffando l’incapacità di riformare strutturalmente con tagli ragionieristici sui servizi e non sui veri sprechi della sanità.
Ma questa Giunta ora non ha più l’alibi del governo nazionale nemico dei lucani – hanno anche un sottosegretario amico adesso- e ne ammettere che hanno ereditato quel buco dalle loro stesse maggioranze passate; un continuum politico ed istituzionale che ha usato l’enorme budget della Sanità per far proliferare postazioni, posti di lavoro da filiera, strutture doppioni e nessuna centro specializzato o di eccellenza se non il Crob. Continueranno ancora a bleffare sulla salute dei lucani? Spero di no ed in ogni caso il Popolo della Libertà non lo permetterà sia in Consiglio Regionale, che in Parlamento, che nei vari comuni, sia che siamo maggioranza o opposizione. Se il 2010 sarà stato un pessimo anno istituzionale in Basilicata, se il 2011 è stato simile, ci auguriamo che nel 2012 la Maggioranza cambi passo ed inizi con coscienza ad analizzare i propri errori ed ad ammetterli nelle sedi opportune. Poiché la salute dei nostri corregionali sta al primo posto delle politiche pubbliche, il Popolo della Libertà sarebbe disposto ad una collaborazione istituzionale e di alto profilo; in caso contrario se il centrosinistra continuerà nella gestione ragionieristica e clientelare della sanità la nostra opposizione e la nostra azione diverrà sempre più martellante e capillare. Niente più alibi e basta con i tagli senza logica e senza costrutto.

Potenza 9/1/2012
 Gianni Rosa        http://www.giannirosapdl.it/

domenica 8 gennaio 2012

BASILICATA. DIRIGENTI SUPERPAGATI



La sottocasta

I dirigenti regionali superpagati per raggiungere risultati ridicoli


L’esercito di dirigenti della pubblica amministrazione che spesso vive all’ombra della politica tra promozioni, carriere e premi di risultato. Comincia da una giungla di leggi e decreti, norme e regolamenti che hanno prodotto confusione di ruoli e assecondato atteggiamenti da “scaricabarile”. Ma soprattutto hanno rinforzato una classe di burocrati che nel tempo si è fatta “casta” Il merito spesso è un optional, ciò che conta è l’apparentamento con un partito politico. Non a caso la burocrazia italiana non è tra le migliori del mondo. Anzi, continua posizionarsi negli ultimi posti delle classifiche. In Basilicata secondo Confartigianato l’ammontare complessivo dei costi per la burocrazia supera i 100 milioni di euro l’anno, di cui gli oneri maggiori sono a carico delle micro-imprese (da 1 a 9 dipendenti) con ben 90 milioni di euro complessivi.
La valutazione dei dirigentiIl Documento padre di tutti i documenti di valutazione è il Bilancio di direzione, elaborato dall’Ufficio Programmazione e Controllo Gestione  che è composto dall’insieme dei bilanci elaborati dalle singole Direzioni generali dei diversi Dipartimenti. A questo punto, una spiegazione su come funziona il sistema dei parametri di valutazione all’interno di tutti questi documenti sarebbe molto complicato. E’, come al solito, una cosa da tecnici.  Perciò illustriamo a grandi linee e in parole semplici come si sviluppa realmente e in pratica il processo di valutazione di un dirigente. Esiste dunque a monte un sistema teorico, fatto di indicatori, parametri, codici, carte, documenti, schede, algoritmi e calcoli complicati e un sistema “terra terra”, molto semplificato a valle.
Il sistema teorico, ovvero le chiacchiereGli obiettivi gestionali sono declinati rispetto ai “risultati attesi” per ciascuna Linea Strategica oOperativa individuata nel DSR 2007-2013; esse, infatti, riportano nel codice loro attribuito (es.1bX……) l’indicazione della Linea (1) e della priorità (b). Per ciascuno di essi è individuato almeno un indicatore che misura il grado di perseguimento dell’obiettivo, il relativo valore da raggiungere alla fine dell’anno (target) e il peso assegnato. Gli indicatori, attraverso i quali si manifesta concretamente il perseguimento degli obiettivi, sono stati definiti tutti di base.Il sistema reale, ovvero i fattiFacciamo un esempio prendendo a prestito l’Assessorato alla Sanità e alla Sicurezza Sociale. Il Dirigente Generale del Dipartimento deve elaborare il Bilancio di dipartimento per l’anno 2011. Chiama i dirigenti dei diversi centri di responsabilità, uno per volta (per esempio il dirigente dell’Ufficio Veterinario, quello dell’Ufficio Formazione e aggiornamento del personale, o quello dell’Ufficio gestione interventi assistenziali socio-sanitari e di solidarietà) e insieme stabiliscono gli obiettivi. Il dirigente dell’Ufficio arriva con una scheda compilata nella quale ha già ipotizzato obiettivi e alcuni indicatori. Generalmente gli obiettivi indicati nella scheda sono molto semplici, niente di straordinario o di irraggiungibile. Il Direttore generale, dopo un colloquio confronto con il dirigente, solitamente approva la scheda e la acquisisce agli atti inserendola successivamente nel Bilancio dipartimentale che a sua volta confluirà nel Bilancio di Direzione dell’Ufficio Programmazione.
Obiettivi e risultati davvero incredibiliGli obiettivi di gestione, sui quali pesa una parte della valutazione, e sui quali i dirigenti ottengono un incremento della retribuzione, sono davvero curiosi. Vediamone alcuni stralciati dal Bilancio di Direzione 2011, prendendo ad esempio alcuni Dipartimenti. Linee strategiche 5: Il potenziamento del welfare come diritto essenziale e fattore di sviluppo economico Priorità:  Migliorare le condizioni strutturali di garanzia delle prestazioni sociosanitarie essenziali Obiettivo di gestione: Supporto tecnico giuridico nuclei, gruppi e commissioni dipartimentali. Verifica sotto il profilo tecnico giuridico degli atti normativi e regolamentari; Indicatori: Riunioni, Consulenze, Relazioni; Target : 6 riunioni, 6 consulenze,6 relazioni. Peso: 7Cerchiamo di tradurre. Nella scheda in pratica c’è scritto che il dirigente dell’Ufficio ha come obiettivo di gestione, tra gli altri, quello di supportare sul piano giuridico e tecnico i gruppi e le commissioni del dipartimento. Questo obiettivo sarà raggiunto se l’Ufficio farà almeno 6 riunioni con questi gruppi, fornirà almeno 6 consulenze, produrrà 6 relazioni sulle tematiche affrontate nei gruppi. Qualunque cittadino potrebbe fare una domanda molto semplice: scusate, ma questo obiettivo, non è il lavoro che normalmente deve fare l’ufficio? Ma andiamo avanti con gli esempi. L’Ufficio affari istituzionali e affari generali della Presidenza della Giunta dovrebbe raggiungere un obiettivo di gestione che riguarda “l’assistenza al Comitato di Coordinamento delle iniziative Antiracket ed Antiusura”.  Per raggiungere tale obiettivo deve a fine anno aver predisposto 5 atti e aver dedicato a questa assistenza 15 incontri. Il peso ai fini della valutazione attribuito a questo obiettivo è pari a 11. Un ultimo esempio per finire. L’Ufficio affari legislativi e qualità della normazione ha l’obiettivo gestionale di elaborare l’articolato del decreto di legge sulla riforma dell’organizzazione amministrativa regionale. Se poi il lavoro di elaborazione del decreto di legge, non è utilizzato o dimenticato per anni nei cassetti, fa niente: il risultato è raggiunto comunque. Spesso è capitato che il lavoro dei dirigenti inserito tra gli obiettivi, non sia mai stato utilizzato. Alla faccia!
Che cosa viene valutato?Il grado di raggiungimento degli obiettivi e il comportamento organizzativo sono i due aspetti fondamentali della valutazione.  Per quanto riguarda il comportamento organizzativo che comprende anche alcuni aspetti relativi alla capacità manageriale, ciascun dirigente a fine anno produce una relazione che consegna al direttore generale. I due aspetti valutati concorrono alla determinazione della retribuzione di risultato.
Dalla presa d’atto alla  presa per i fondelliQualcuno ci spieghi che cosa c’è di capace e meritevole nel fare riunioni, o nel predisporre un articolato di legge. Ci spieghi che cosa c’è di straordinario nell’assistere il Comitato di Coordinamento Antiusura o nell’organizzare eventi per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. E’ evidente che gli obiettivi da raggiungere per ciascuno dirigente appaiono come un gioco di prestigio. Si tratta della semplice traduzione in linguaggio burocratico, scritto su  schede complicate, del lavoro che normalmente questa gente già fa o deve fare. Semplicemente sembra che esista un meccanismo per cui sul lavoro ordinario, normale, qualcuno ha deciso di assegnare un surplus di stipendio. E’ una delle tante farse italiane, costruite sulla sceneggiata della falsa meritocrazia e della improbabile efficienza della pubblica amministrazione? E che dire del costo che i cittadini sopportano per il funzionamento di tutto questo meccanismo farraginoso di valutazione? E poi, ve lo immaginate un insegnante che percepisce la retribuzione di risultato perché i suoi alunni hanno imparato a fare le addizioni a fine anno? Eppure i docenti delle scuole dell’obbligo hanno sulle loro spalle enormi responsabilità, ma nelle loro tasche pochi euro.
Le grottesche ingiustizieIn tutto questo bailamme di pomposa documentazione scopriamo che un medico che lavora in ospedale per esempio, ha una retribuzione simile ad un dirigente regionale che ha la responsabilità di fare 6 riunioni e di fornire 6 consulenze. La differenza tra le responsabilità e il lavoro del medico e quella del dirigente regionale o di altro ente, è grande quanto un oceano. Ma la differenza di stipendio no, quella è piccola quanto un cucchiaino d’acqua. Tra retribuzione tabellare, indennità di posizione e tutto il resto un medico di ospedale, otorino o geriatra che sia, ha guadagnato tra i 98 e 110 mila euro nel 2010, alle dipendenze dell’Azienda Sanitaria di Potenza. Mentre il nostro ipotetico dirigente del Dipartimento della Giunta Regionale ha guadagnato quasi 100 mila euro. Vogliamo parlare degli altri lavoratori? Degli operai e degli impiegati delle aziende private? Sicuramente se  non fanno bene il loro lavoro rischiano il licenziamento. E se devono racimolare a fine anno qualche centinaio di euro oltre il salario, devono lavorare di notte, di sabato e di domenica. E se vogliono un premio di produzione devono produrre di più. In questi casi il risultato di produzione si vede e si misura senza chiacchiere, schede, codici o algoritmi, ma con una semplice operazione aritmetica.
E allora, come è composta la retribuzione di un dirigente?
Le parti della retribuzione sono fondamentalmente tre. Lo stipendio tabellare, ovvero la retribuzione base contrattuale che è pari a circa a 40.471 euro, a questo si aggiunge l’indennità di posizione che ammonta a 44.013 euro. A  queste due componenti bisogna sommare una componente variabile:  la retribuzione di risultato relativo all’anno di valutazione. Per esempio i dirigenti regionali hanno incassato nel 2009 l’aumento per i risultati raggiunti nel 2007. In alcuni casi capita che alla retribuzione così calcolate si cumula un guadagno extra per consulenze su progetti specifici. Ma che cos’è l’indennità di posizione? E’ una parte della retribuzione dovuta semplicemente ad una valutazione del ruolo organizzativo che prescinde dalla persona che lo ricopre. Come dire: ti pago di più perché sei in quella stanza, non perché sei il migliore.
Chissenefrega dei risultatiTutto questo meccanismo lascia pensare che i dirigenti nel corso dell’anno lavorano esclusivamente agli obiettivi di gestione. Ciò significa che non fanno altro. E se non fanno altro, vuol dire che il loro lavoro è quello descritto nelle schede di prevalutazione. E se così è, perché vengono premiati?Oppure hanno altro lavoro da fare, oltre quello descritto negli obiettivi di gestione? In tal caso sarebbe opportuno che, in nome dell’abusata e violentata trasparenza, qualcuno spieghi che cosa fanno normalmente, quotidianamente, solitamente? Magari fanno del semplice lavoro d’ufficio, qualche pratica, rispondono a qualche fastidiosa telefonata di un cittadino. Queste domande ipotizzano uno scenario quotidiano che magari è assolutamente infondato. Certo non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Comunque vada questi dirigenti, anche se non dovessero raggiungere i  loro difficilissimi obiettivi di gestione, a fine anno portano a casa mediamente 90mila euro. E vadano al diavolo i risultati. Anche perché scorrendo le retribuzioni del 2009 dei dirigenti regionali, pare che tutti, abbiano raggiunto gli obiettivi di gestione.
Senza fare di tutta l'erba un fascio c'è da dire che il fascio è fatto di molta erba non buona.

Dom, 08/01/2012 - 16:21

lunedì 2 gennaio 2012

CASSAZIONE: la Regione deve rinunciare al consigliere Ruggiero

La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d'Appello: Il capogruppo dell’Udc in Consiglio Regionale, Vincenzo Ruggiero , è stato dichiarato decaduto dalla carica. E' stato accolto quindi il ricorso da parte di un comitato di cittadini, tra i quali l’ex sindaco di San Giorgio, avv. Gennario Labollita, difeso dall’avv. Vincenzo Montagna,  il subentrante consigliere Gagliardi difeso dal prof.re Abbamonte del foro di Napoli e altri.  Il tutto a dispetto della  precedente  decisione della Giunta Regionale la quale, dopo la sentenza immediatamente esecutiva  della Corte d'Appello, aveva ritenuto di far restare in carica il cons.  Ruggiero fino alla pronuncia della Cassazione....
Paciri

domenica 1 gennaio 2012

BILANCIO REGIONALE - ECCO ALCUNI SPRECHI



DC: GLI SPRECHI SI ANNIDANO NEL BILANCIO REGIONALE

L’abolizione del vitalizio ai consiglieri regionali, anche se a differenza del Parlamento che decorrerà dal primo gennaio 2012 da noi decorrerà dal 2016, è sicuramente un primo passo per la riduzione dei costi della politica che richiedono i cittadini chiamati dal nuovo Governo a nuovi pesanti sacrifici. Ma gli sprechi sono più consistenti e si annidano nella macchina amministrativa e burocratica della Regione.
A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza.
Se i cittadini potessero leggere i capitoli di spesa del bilancio regionale o le previsioni della Finanziaria della Regione 2012, come ho avuto la “fortuna” di fare, mentre il bilancio viene pubblicato solo sul Bur da acquistare nei pochi punti di vendita diffusi sul territorio – aggiunge Potenza – avrebbero la possibilità di scoprire piccoli interventi di spesa che messi insieme fanno una cifra consistente sottratta ad altri scopi. Alcuni esempi: la Regione prevede contributi per investimenti a bordo di pescherecci per circa 100mila euro e 200mila per la piccola pesca. Siamo curiosi di sapere quanti sono i pescherecci e i pescatori della nostra regione. Ancora, il fondo spesa di rappresentanza del Presidente è di 65mila euro e il fondo spese viaggi degli assessori ammonta a 80mila euro; gli organi collegiali sanitari costano 600mila euro; la consulenza del Cinsedo 300mila euro; il piano editoriale che è comprensivo dell’unico quotidiano web di una Regione Italiana sfiora i 700mila euro, a cui aggiungere 250mila per acquisizione di notiziari da agenzie di stampa; 30mila euro sono destinati a salvaguardare il patrimonio tartufario.
Giuseppe Potenza