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martedì 29 novembre 2011

NUCLEARE, A ROTONDELLA SI CONTAMINO' L'ITREC



Nucleare, «L’Itrec
di Rotondella si contaminò»
di FILIPPO MELE
SCANZANO JONICO - «Il problema dello smaltimento delle 

scorie nucleari ad alta attività durerà almeno un secolo.
 Nessun Paese ha la soluzione per il loro deposito in 
sicurezza. E l’Itrec di Rotondella fu chiuso perché si 
contaminò». Lo ha detto nella sala consiliare del Comune,
 già individuato nel novembre 2003 dal Governo Berlusconi
 terzo come cimitero atomico d’Italia, l’ing. Roberto Mezzanotte,
 in pensione da 2 anni, ma prima capo del Dipartimento sul 
rischio nucleare dell’Ispra (Istituto superiore protezione e 
ricerca ambientale). Mezzanotte è stato relatore al convegno 
organizzato dall’associazione ScanZiamo le scorie su: “Nucleare.
 Gli italiani l'hanno respinto per la seconda volta, ma noi ce l'abbiamo ancora. Quale tecnologia e
 quale politica per le scorie nucleari?”. Scorie che sono nel cuore dell’arco jonico lucano, a
 Rotondella. «Il problema – ha detto l’ex dirigente Ispra – è che manca il deposito finale. All’Itrec 
c’è la specificità delle barre di Elk River che potevano essere riprocessate solo alla Trisaia. In
 nessun impianto al mondo ciò è possibile. Ma l’Itrec sappiamo come andò a finire».

Qui il relatore ha parlato di qualcosa che per molti è stata una novità: «L’impianto non fu chiuso dal referendum, ma prima, poichè non superò il collaudo e si contaminò. Ora occorrerà stoccare le 

barre in due cask per conservarle a secco mentre i rifiuti liquidi vanno cementati. Ma Rotondella 
è sotto controllo anche se la situazione non è ottimale, poichè le scorie vanno messe in sicurezza».
 E tornano i discorsi sui depositi di superficie e geologico che qui fanno venire i brividi. Mezzanotte:
 «I rifiuti a bassa e media attività debbono andare in un deposito di superficie. I rifiuti ad alta attività 
in uno sotterraneo. Ma al mondo ci sono pochi progetti in merito. La proposta è quella di un 
deposito temporaneo di superficie dove custodire, per almeno un secolo, le piccole quantità della
terza categoria in sistemi tipo cask nell’attesa che la scienza dia la soluzione definitiva».

Nel dibattito, moderato dal giornalista Pasquale Doria, sono intervenuti anche Pasquale Stigliani 

e Donato Nardiello del movimento Scanziamo le scorie. Il primo ha chiesto alla Regione di 
adoperarsi per la nascita del Centro regionale di informazione e documentazione antinucleare e dell’Osservatorio scientifico antinucleare. Il secondo ha assicurato che il popolo della Basilicata
sarebbe pronto a mobilitarsi in caso di scelte per depositi di scorie che riguardassero Trisaia o
Terzo Cavone.


http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=474005&IDCategoria=12

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