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sabato 23 marzo 2013

Sfilata di signorine in procura a Potenza...dai portaborse alle “portalletto”


Inchiesta sui rimborsi: dai portaborse alle “portalletto”
Sfilata di signorine in procura a Potenza

I pm sentono
le accompagnatrici
I pm sentono le accompagnatrici
di LEO AMATO
Inchiesta sui rimborsi: dai portaborse alle “portalletto”
Sfilata di signorine in procura a Potenza
 POTENZA - Vallettopoli sei anni dopo? Così verrebbe da dire a guardare le avvenenti signorine che stanno sfilando in questi giorni nei corridoi della procura. Pure la città è la stessa anche se il pm Henry John Woodcock se n’è andato via. Ma c’è una sostanziale differenza. Nessuna di loro lavora in televisione, e in un’epoca segnata dagli scandali per i privilegi della casta al posto dei Corona, dei Mora e degli Schicchi c’è una pattuglia di consiglieri regionali, che avrebbero “caricato” le loro notti “brave” tra i costi per l’«esercizio del mandato senza vincolo di mandato». Esiste un filone “camere matrimoniali” nell’inchiesta sui rimborsi che ormai da più di cinque mesi agita i palazzi del parlamentino lucano. E’ l’ultimo su cui gli inquirenti stanno cercando di vederci chiaro dopo i portaborse “fantasma”, le fatture taroccate e le spese pazze di chi si è fatto risarcire di tutto, inclusi anniversari e vacanze. Il riserbo degli investigatori rimane assoluto perciò è impossibile sapere con certezza a chi andrebbero attribuite le “frequentazioni” intraviste al quarto piano del Palazzo di giustizia. Ma le frenetiche attività di riscontro effettuate dai militari delle fiamme gialle e dei carabinieri assieme agli agenti della squadra mobile, non sono potute passare inosservate e hanno diffuso un certo allarme tra i diretti interessati. Alla base delle convocazioni ci sarebbe infatti il dato delle verifiche effettuate in questi mesi sulle fatture per i pernottamenti dei consiglieri, ospiti più o meno assidui di varie strutture alberghiere lungo tutto lo stivale. In teoria si parla di trasferte legate alla loro attività politica protrattesi ben oltre il tempo utile per tornare in sede. Ma una volta alla reception il consigliere di turno non avrebbe preso una stanzetta per sé o una matrimoniale a uso singola in quanto sempre in buona compagnia. Così le casse del parlamentino di via Verrastro sarebbero state alleggerite del sovrapprezzo pagato per la signora. Da intendersi come donna. Se poi si tratti della moglie, un’amica o una senzatetto raccolta ai bordi della strada con spirito francescano è tutta un’altra questione. L’inchiesta potentina è condotta dai pm Sergio Marotta e Francesco Basentini, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Eliana Franco in partenza verso un nuovo incarico, e seguita da vicino anche dal procuratore Laura Triassi. Al centro ci sono due distinte voci del bilancio del consiglio regionale: le spese per i gruppi e quelle dei singoli consiglieri per un ammontare complessivo di circa un milione e mezzo all’anno. Al momento sono finiti sotto osservazione soltanto rendiconti e documentazione giustificativa per quanto erogato nel 2010 e nel 2011, ma non è escluso che una volta completate le verifiche possano essere presi in considerazione anche periodi precedenti. A far scattare il blitz delle forze dell’ordine che a metà ottobre hanno riempito tre auto di fatture e scontrini vari l’onda lunga degli scandali esplosi in Lombardia, nel Lazio e in Campania, e una campagna di stampa avviata dal Quotidiano della Basilicata sulla trasparenza delle spese di segreteria e rappresentanza dei consiglieri regionali. 

sabato 9 marzo 2013

L'ORO NERO DI VIGGIANO_INTRECCIO AI VERTICI DEL DIPARTIMENTO AMBIENTE DELLA REGIONE BASILICATA



di
 LEO AMATO
POTENZA - Un mese prima, a maggio di tre anni fa, era stato assessore regionale alla cultura per una notte, ma all'alba Donato Viggiano si era ritrovato soltanto - si fa sempre per dire - direttore generale del dipartimento ambiente. Poi sua moglie è entrata in società con questo imprenditore di Polla da tempo nell'orbita dell'Eni, più un altro misterioso personaggio, che in passato risulta residente nei paraggi del quartier generale della compagnia del cane a sei zampe. Tempo un anno ancora e poi le cose hanno preso davvero una piega particolare.
LA SOCIETA'
C'è un filo diretto che va da San Donato Milanese ai vertici degli uffici di via Verrastro a Potenza, e lega in un groviglio di interessi controllore e controllato, chi ogni giorno estrae petrolio dai ricchi giacimenti lucani, e chi supervisiona le istruttorie a livello regionale per la realizzazione delle infrastrutture necessarie. La matassa ha un nome e si chiama Med.Ing. srl (Mediterranea Ingegneria), una giovane società di progettazione con sede a Viggiano entrata a tempo di record nel gotha delle ditte più quotate dell'indotto petrolifero locale e non. «Una nuova realtà della Basilicata imprenditoriale». Racconta la scheda di presentazione visibile sul sito. «Nata dalla convinzione che un approccio "locale" alle attività di supporto e fornitura di servizi alle compagnie che operano nell'industria dell'oil & gas sia imprescindibile per centrare gli obiettivi di business on time».
Impossibile affidarsi a una traduzione letterale, ma il concetto è tutt'altro che sfuggente per chi è più navigato del settore. «Noi crediamo infatti - prosegue la scheda online - che solo una profonda conoscenza del territorio e dei meccanismi socioeconomico-politici che ivi sottendono, unita alle migliori competenze e risorse, possa consentire di rispondere in modo efficace e efficiente alle richieste del cliente». E quale mezzo di «conoscenza» migliore di un matrimonio ai vertici del dipartimento ambiente? Specie quando è proprio in quegli uffici che si trovano i fascicoli da cui dipende l'avvenire petrolifero di una regione e dell'Italia intera.
LE QUOTE
Ma che ci sta a fare di preciso Grazia Panetta, la moglie di Viggiano, come socia nella Med.Ing? Oggi un bel niente tant'è che soltanto due mesi fa risulta aver ceduto la sua quota a un nuovo socio: 4mila euro nominali di cui 1.250 versati. Né un euro in più ne un euro in meno di quanto registrato a giugno del 2010 nell'atto di costituzione della società. Sul sito internet la data è anticipata di quattro mesi, quando Viggiano era ancora direttore del centro di ricerche Enea della Trisaia di Rotondella, oltreché docente di energetica applicata della facoltà di ingegneria dell'Unibas. Ma è un dettaglio a confronto di quello che lascia realmente perplessi.
LE AUTORIZZAZIONI
Infatti, nell'arco di poco più di un anno dall'insediamento di Viggiano la compagnia del cane a sei zampe avrebbe incassato due diverse autorizzazioni ambientali dalla Regione: quella integrata - prevista dalle ultime normative - per l'esercizio del centro olii della Val d'Agri così com'è; e quella per il suo «ammodernamento». Mentre la società della signora, pur senza alcuna particolare referenza, avrebbe ricevuto una commessa di altissima specializzazione da un'altra azienda nell'orbita dell'Eni, il gruppo Cosmi della famiglia Resca, che esprime anche un membro nel consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Recchi e da Paolo Scaroni. Oggetto? Proprio la progettazione dei lavori di «ammodernamento» del centro olii della Val d'Agri, nell'ambito di un programma da 270 milioni di investimento complessivi per l'incremento delle estrazioni in Basilicata.
LA COMMESSA
«La Med.Ing. srl - spiega il sito della società nella pagina dedicata alle referenze - nonostante la recente costituzione, può vantare una prima commessa importante, in corso di svolgimento, con il Gruppo Cosmi spa per i lavori relativi ai "rilievi ingegneristici" inerenti le modifiche da apportarsi sulla linea 4 del CO.VA. (Centro olii della Val d'Agri, ndr) per i lavori relativi ai "rilievi ingegneristici" inerenti le modifiche da apportarsi sulla linea 4». Oltre a questo vengono illustrati solo lavoretti sui capannoni di ditte riconducibili al socio di maggioranza che è anche l'amministratore delegato della stessa Med.Ing..
I BILANCI
Per capire meglio di che si sta parlando andrebbe piuttosto osservato il flusso nei bilanci della società. Quelli del 2012 non sono ancora stati depositati ma i due precedenti sono abbastanza chiari. Tra dicembre 2010 e dicembre 2011 l'attivo circolante schizza da 5mila euro a 450mila. Eppure un anno più tardi la quota della moglie di Viggiano non cresce di valore come si potrebbe immaginare: resta uguale. Si potrebbe dire, insomma, che il suo si è rivelato un pessimo investimento, se neanche l'avviamento di una società nuova di zecca, e una prima «importante commessa» già andata in porto, come quella del centro olii, sono riusciti a fruttarle quanto gli interessi dell'ultimo libretto postale. Questo è quanto dicono le carte. Anche se risulta davvero difficile da credere.